Gianfranco Prati è un medico che ha lavorato per più di trent’anni all’ospedale di Borgo Trento come chirurgo. Cattolico, animato da fede profonda, non si è limitato a curare i malati, ma ha allargato il suo impegno anche in campo sociale e politico. É stato tenente colonnello medico del Corpo militare della Croce Rossa, e consigliere comunale di Verona per Alleanza Nazionale, oltre che presidente degli Istituti Civici di Servizio Sociale. Ha scritto diversi libri a carattere sociale, l’ultimo particolarmente interessante ed attinente: “Epidemie a Verona. Peste, Colera, Spagnola” per conto di Edizioni Stimmgraf, con sottotitolo intrigate: “la colpa è sempre del buon Dio”?
«Nei secoli passati, -inizia a raccontare Prati- anche tra greci , romani e gli ebrei, non conoscendo l’origine e le cause del contagio, vivevano le pandemie attribuendole alla vendetta di un dio, che per correggere le gravi colpe dei figli favoriva l’espandersi di malattie che causavano la morte di moltissime persone. Tale interpretazione, purtroppo per secoli, è stata assunta anche dal Cristianesimo che ha scambiato il Buon Padre con un feroce vendicatore. Come cattolico mi rattrista aver ascoltato cattolici tradizionalisti e persino alcuni sacerdoti che hanno giustificato la pandemia come un intervento divino, ma per me il Dio di Cristo non castiga, ma perdona. Sconcertante l’intervento di alcuni che, nonostante i divieti, hanno continuato a celebrare o a partecipare a celebrazioni eucaristiche clandestine. Si può vivere da cristiani e testimoniare il Vangelo, anche senza celebrazioni eucaristiche»
Nel ricorso storico quali sono le epidemie che hanno colpito Verona?
«La più disastrosa fu quella della peste nel 1630, detta anche “peste manzoniana” perché ben descritta nei Promessi Sposi. La descrizione dell’epidemia a Verona si deve al dottor Francesco Pona che descrisse, quasi come un diario, il periodo epidemico che causò la morte di 2/3 della popolazione veronese. Altre epidemie che colpirono Verona furono quelle del colera che arrivò per la prima volta in Italia nel 1835 e causò nella sola Verona più di 5000 decessi. L’ultima grande epidemia fu la Spagnola che colpi nel 1918-1919”
Un messaggio per i lettori?
«Riporto un concetto presente nel libro, dove Cicerone nel “De Oratoria” affermava che la storia è maestra di vita, poiché conoscere e capire ciò che è successo dovrebbe aiutarci a non commettere i medesimi errori. Ma non è impresa facile, ed allora vi saluto con l’affermazione di Aldous Huxley: “il fatto che gli uomini non imparino molto dalla Storia è la lezione più importante che la Storia ci insegna”.
EPIDEMIE A VERONA – PESTE, COLERA, SPAGNOLA – Edizioni STIMMGRAF di Verona – Pagine 120 – €.12
Gianfranco Iovino