Dopo due vittorie consecutive nelle prime due giornate – non accadeva dalla stagione 1984/85, quella dello scudetto – che avevano regalato alla formazione di Marco Baroni la testa della classifica, seppur in coabitazione, è giunta, quasi come un fulmine a ciel sereno, anche la prima sconfitta stagionale. Ad infliggere il ko è stato il Sassuolo, che ancora fermo a quota zero ha trovato a sua volta contro i gialloblù i primi punti del suo campionato. Inutile nascondersi, non è stato il solito Verona. La squadra è apparsa poco aggressiva e disattenta in alcune situazioni di gioco. A pesare, soprattutto, sono state alcuni errori in fase difensiva, coincisi tutti con le tre reti messe a segno dalla formazione neroverde. A questo, poi, bisogna aggiungere la condizione fisica non al top di alcuni giocatori che hanno impedito alla squadra di ripetere gli standard mostrati la scorsa settimana contro la Roma.
CHI SALE
Il migliore in campo è stato ancora una volta Cyril Ngonge. L’attaccante belga, ispirato sin dai primi minuti, ha tenuto quasi da solo in costante apprensione la retroguardia di Dionisi, realizzando, con un pizzico di fortuna, anche la rete dell’illusorio pareggio. Peccato, che poco assistito, abbia un po’ predicato nel deserto. Una nota di merito la merita anche Pawel Dawidowicz al quale è toccato l’ingrato compito di mettere la museruola a Berardi. L’aitante difensore polacco, pur con qualche difficoltà, è riuscito a prendergli le misure. Giusto ricordare, poi, che in occasione della rete e del fallo da rigore subito, l’attaccante emiliano si trovava marcato prima da Coppola e poi da Doig, i quali nelle due situazioni sono apparsi tutt’altro che impeccabili. Come sempre bravo anche Montipò, che in un paio di situazioni ha impedito che il punteggio assumesse proporzioni maggiori e sicuramente esagerate.
CHI SCENDE
Sul risultato finale della partita del Mapei Stadium – come evidenziato con grande rammarico in sala stampa dallo stesso Baroni – hanno inciso una serie di errori, sia in fase difensiva che nella gestione di alcuni palloni, che una squadra come il Verona non può permettersi di commettere se vuole uscire dal campo con un risultato positivo. Dietro la lavagna, oltre a Magnani e Coppola, finisce anche Duda, apparso nemmeno lontano parente del giocatore ammirato contro la Roma. Il centrocampista polacco, tuttavia, reduce da un infortunio, potrebbe aver pagato lo sforzo profuso contro i giallorossi e la sua prestazione va probabilmente riconsiderata come un semplice incidente di percorso. Inoltre, un altro aspetto sul quale il tecnico dovrà lavorare, riguarda la condizione fisica di alcuni giocatori, apparsi ancora lontani da uno standard accettabile per il campionato di serie A.
LA SOSTA CAPITA A PUNTINO
Terminato il mercato, Baroni adesso potrà dedicarsi a plasmare l’organico a sua disposizione, diventato finalmente definitivo. Un organico impreziosito dalla presenza di tre big come Ngonge, Hien e Doig, finiti a più riprese nell’obiettivo di diversi club ma alla fine rimasti in riva all’Adige, con enorme soddisfazione di tecnico e tifosi. Ora, come manna dal cielo, arriva la sosta per gli impegni delle Nazionali. In queste due settimane il tecnico scaligero proseguirà nel suo lavoro, cercando di affinare tutti i propri meccanismi di gioco. Finito il lavoro di Sogliano tocca a lui completare l’opera.
Enrico Brigi