Il nuovo indicatore messo a punto dall’International Center for Social Research (ICSR) ha stilato la classifica della poco invidiabile pericolosità stradale dove Verona figura al 10° posto, preceduta solo dalle grandi città e da Bergamo. Secondo l’analisi commissionata da CastiglianiGomme.it, i centri urbani con il maggior numero di strade dissestate —con un IPS superiore a 95—sono: 1) Roma (450,38), 2) Milano (323,73), 3) Genova (197,74), 4) Firenze (171,49), 5) Torino (165,18), 6) Bologna (137,34), 7) Napoli (126,44), 8) Bergamo (124,48), 9) Venezia (117,98), 10) Verona (113,17), 11) Bari (110,32), 12) Palermo (106,42), 13) Catania (98,56) e 14) Rimini (96,16). L’Indicatore di Manutenzione Stradale (IMS) è invece definito come valore assoluto pari ad un terzo della spesa pro capite per ciascun territorio preso in esame, secondo le risultanze di OpenPolis basate sulla Banca Dati Amministrazioni Pubbliche (BDAP) e di OpenCivitas/Sogei, portale di accesso alle informazioni degli enti locali promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sommando i due valori si ottiene quindi l’Indicatore di Pericolosità Stradale (IPS) che, nel caso di quest’anno raggiunge il valore più alto a Roma (450,38) e quello più basso a Taranto che registra 32,60 punti, pari al 7,24% del risultato romano. L’IPS 2025 è stato calcolato sulla base dei tassi rilevati dall’ISTAT nel periodo 2016-2024 (utilizzando per il 2024 le stime preliminari al 15 novembre 2024) ed un correttivo di 2 punti ogni 100 incidenti rilevati dall’Istat nei grandi comuni nella sua più recente elaborazione (2024); ed in base alla spesa pro capite aggiornata da OpenPolis (Banca Dati Amministrazioni Pubbliche) alla data più recente (17 marzo 2022), attingendo i dati per Napoli, Reggio Calabria e Salerno (mancanti) sul precedente rilievo al 15 marzo 2021 del portale OpenCivitas/Sogei e per gli ambiti territoriali di Bolzano, Catania, Messina, Palermo e Siracusa alla media relativa ai comuni con oltre 100.000 abitanti riportata da OpenCivitas, rilevate attraverso questionari inviati agli enti e integrate con i dati provenienti da fonti ufficiali quali il Ministero dell’Interno, l’ISTAT, il MIUR e l’Agenzia del Territorio. «Sebbene certamente non tutti questi incidenti siano direttamente attribuibili alle condizioni del manto stradale, le buche rappresentano un fattore di rischio significativo per gli automobilisti ed un costo enorme per i comuni» mette in evidenza Roberto Castigliani.