Il mondo alla fine supererà la crisi della malattia da coronavirus, ma non senza cambiamenti fondamentali nel sistema di assistenza sanitaria e nello stile di vita delle persone.
E’ mia convinzione che un miglior stato di salute, un organismo più efficiente, migliori capacità di performance dei vari organi e apparati e dell’organismo intero ha potuto salvare molti e che un cattivo stato di salute e un organismo «trascurato» ha determinato la condanna di altri.
Non possiamo pensare di avere le migliori capacità di efficienza dei vari organi ed apparati e dell’intero organismo mantenendo uno stile di vita contrario alle regole suggerite dalla scienza.
Sarà proprio il «modello europeo» a permetterci salti di qualità fondamentali non solo per l’evoluzione del sistema di assistenza sanitaria post-Covid, ma anche negli stili di vita. Sempre più le persone cercano una maggiore vicinanza alla natura, oltre a dimostrare una forte sensibilità alla prevenzione e alla propria cura del benessere. Sotto la spinta del «green new deal» e della sostenibilità economica ed ecologica il concetto di qualità della vita entrerà, quindi in modo dirompente nell’agenda politica italiana che si dovrà confrontare sempre più con aspetti come la salute dei cittadini, la prevenzione, il tipo di alimentazione, l’attività fisica e sportiva (basti pensare all’esplosione del mercato delle bike), il concetto di socialità.
Sono tutti elementi volti al miglioramento delle condizioni di vita assieme ad una rilevante riduzione dei costi sanitari. Anche ambiti più tradizionali come il lavoro, lo sviluppo economico, l’agricoltura, le infrastrutture non saranno esenti da una rivisitazione green, già peraltro lanciata con il PNRR.
Come osservatore dello “spirito del tempo” segnalo queste nuove tendenze che faranno sempre più parte integrante della società per le generazioni future.
E’ importante sostenere questa “kind revolution” (rivoluzione gentile) legata alla qualità della vita (diritti civili, lavoro, giustizia), all’ambiente (clima e economia) e alla salute dei cittadini (sanità, alimentazione, attività fisica e socialità).
Una nuova visione «biologica» che si imporrà gradualmente in tutti gli ambiti sociali e culturali.
La scienza e le buone prassi, già introdotte in alcune città Europee sono i primi modelli da imitare.
Ad esempio, a Copenhagen il 26% dei tragitti in città avvengono in bicicletta (36% dei tragitti casa-lavoro e casa-scuola).
Se tutte le città d’Europa si muovessero in questa direzione avremmo quasi 10 mila morti premature in meno ogni anno creando allo stesso tempo oltre 76 mila posti di lavoro.
Gli esperti europei hanno calcolato i vantaggi per la salute dovuti all’uso ad esempio delle biciclette, quantificando i posti di lavoro conseguenti alla loro vendita e manutenzione, oltre che nella progettazione e realizzazione delle piste ciclabili.
Il ritorno di questo tipo di investimenti è enorme e include nuovi lavori e persone più sane.
Per l’Italia è stata presa in considerazione la città di Roma, che potrebbe da sola creare oltre 3 mila impieghi evitando 154 casi di morte l’anno.