La vittoria nella seconda guerra mondiale guerra di USA e URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) mise fine all’alleanza che aveva consentito loro di sconfiggere i tre Stati dell’Asse (Germania, Giappone, Italia). Le due superpotenze avevano combattuto in nome della libertà e della democrazia, ma con queste due parole si indicavano in realtà concetti profondamente diversi.
Per gli USA la democrazia si radica sul superiore principio della libertà individuale, per cui lo Stato deve garantire il pluralismo politico, l’esercizio dei diritti civili e la libertà di intrapresa in un’economia di libero mercato. Per l’Unione Sovietica la democrazia consiste nel superiore principio dell’uguaglianza, che propugna conseguentemente il primato dei valori collettivi rispetto alle libertà individuali, l’unità politica, gestita dal partito unico, e l’economia di piano in mano allo Stato. Risulta evidente che la guerra fredda non poteva limitarsi al solo piano politico-diplomatico e del potenziamento militare, ma divenne una permanente competizione globale, che si estese a tutto: dall’economia alla cultura, dallo sport alla scienza.
Lo scontro coinvolse e mobilitò, più o meno liberamente e per differenti ragioni, la maggior parte degli Stati del pianeta e divise il mondo in due blocchi. Fu definito da Bernard Baruch guerra fredda perché non si verificò mai lo scontro in armi tra USA e URSS, anche se spesso le due superpotenze si combatterono in molti conflitti locali per interposto Stato, ossia sostenendo con svariati mezzi e differenti modalità i Paesi in guerra.
Il conflitto cessò con il crollo dei regimi comunisti dell’Europa dell’Est e l’implosione dell’Unione Sovietica nel triennio 1989-91.
Romeo Ferrari