È l’attaccante il ruolo a più alto rischio contagio da coronavirus. E’ quanto afferma uno studio condotto dai ricercatori danesi dell’Aarhus University prendendo in esame 14 incontri della SuperLeague danese e simulando la presenza di un giocatore positivo al Covid 19 e i suoi incroci con gli altri calciatori nel raggio di un metro e mezzo.
Lo studio, effettuato per capire se fosse o meno praticabile una ripresa della stagione calcistica, afferma che se la media è di un minuto e mezzo per giocatore (precisamente 88 secondi ndr), il dato cambia quando si parla di attaccanti con una esposizione che sale a 2 minuti.
Simulando la positività al Covid 19 di due giocatori, lo studio afferma che ogni giocatore sarà esposto al virus per poco meno di tre minuti, se sono tre i positivi in campo si sale a 4 minuti e mezzo e così via.
“Il tempo indicato nello studio non è critico”, tiene a precisare il professor Allan Randrup Thomsen dell’Università di Copenaghen, secondo il National Board of Health danese si parla di ‘contatto rilevante’ quando ci si trova a meno di due metri da una persona infetta per più di 15 minuti. Dallo studio danese emerge inoltre che dilettanti e giocatori dei settori giovanili hanno meno probabilità di contagio rispetto ai professionisti, questo per una questione di velocità e di vicinanza di gioco.