Per vino, ortofrutta prospettive “nere” Così la Cia, agricoltori di Verona

“Il Veneto resta per ora in zona gialla, ma comunque vediamo ripercussioni gravi sull’agricoltura anche con la chiusura della ristorazione alle 18 – sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Verona -. Il calo delle vendite per il settore vitivinicolo ma anche per l’ortofrutta e altri comparti è evidente, senza contare che molti ristoranti restano chiusi anche di giorni a causa dello scarso afflusso. L’agriturismo, che è un’attività connessa all’agricoltura, sta comportando problemi grossi per le aziende, in quanto rappresentava da sempre una buona quantità di flusso di liquidità immediato, su cui le aziende potevano fare affidamento. Per il florovivaismo le cose non vanno meglio: le persone sono più prudenti ed escono meno, e di conseguenza anche gli acquisti di fiori e piante stanno subendo una drastica riduzione come si è visto in occasione della ricorrenza dei Defunti. Anche la didattica a distanza dei corsi di formazione per le aziende agricole genera problemi nel seguire le lezioni, in quanto la banda larga non è presente in molte zone del territorio veronese. Da questo lockdown bisogna, perciò, ripartire ponendo rimedio alle lacune tecnologiche e alle arretratezze infrastrutturali, per mettere la nostra agricoltura al passo con altri Paesi europei. Auspichiamo che anche la partita del Recovery Fund serva a ridurre il gap, affinché nel dopo Covid si possa ripartire con più capacità e professionalità per posizionarsi meglio sul mercato”.
Insomma, un momento molto difficile per tutta la filiera, che ora attende con ansia immediati ristori da parte del Governo. “E’ chiaro che senza aiuti, molte aziende andranno in difficoltà, come già avvenuto nella prima parte dell’anno col lockdown di marzo. Ora speriamo che le cose non peggiorino e che gli aiuti servano a dare una prospettiva alle tante aziende ora in difficoltà”.