Per un progetto di arte nelle strade L’incontro tra fotografia e struttura. La doppia personale alla galleria Spazio 6

La Galleria Spazio 6 di Verona, nella sua sede a Palazzo Malfatti di via Santa Maria in Organo, per tutto il mese di giugno, ha proposto la doppia personale “Time Steiner e Selina Lohe” lanciando, anche il Italia, il progetto di diffusione dell’arte nelle strade “artbus”.

La mostra pone in dialogo le sculture metalliche di Tim-Gregory Steiner con le fotografie oniriche di Selina Lohe.

Il duo è noto in Europa per aver ideato, nel 2021 e nel corso della pandemia da Covid-19, il progetto artbus.ch, la prima galleria d’arte “offspace” della Svizzera che porta la creatività negli spazi pubblici.

Grazie a un furgone riconvertito (dotato di un adeguato sistema di illuminazione, supporti e vetrine di allestimento) l’iniziativa diffonde, spontaneamente e gratuitamente, arte e bellezza a tutte le persone, di ogni classe sociale.

Mentre nel periodo della pandemia la scena culturale era paralizzata dalla complessa situazione sanitaria e dalla chiusura dei luoghi fisici di aggregazione, artbus.ch iniziava a proporre, nei ventisei cantoni della Svizzera, il suo singolare e indipendente viaggio divulgativo dell’arte.

Tim-Gregory Steiner è un artista poliedrico svizzero di origini italiane che si occupa prevalentemente di scultura lavorando il bronzo e l’alluminio nella sua fonderia.

Steiner, seguendo personalmente le varie fasi del processo di produzione delle opere, fa emergere strutture inconsuete e originali che, sostiene, “non sono solamente forma e colore”.

Le creazioni, grazie alla tecnica sapiente di realizzazione e alla lunga esperienza nella lavorazione dei metalli, possono essere allestite all’interno ma anche conservate, in modo duraturo, in cortili esterni e in giardini.

Selina Lohe, invece, è una fotografa d’arte svizzera conosciuta per la collaborazione con Amnesty International e per la partecipazione a mostre e fiera internazionali.

Le sue opere (prodotte in spazi molto ridotti utilizzando diversi livelli di esposizione in aggiunta a vetri, coloranti e acqua) modellano universi di sogno “senza fronzoli, con una composizione dell’immagine classica che ricorda le scenografie”. Nella serie “Star Dancers”, per fare un esempio, l’artista usa specifiche temperature dell’acqua per disegnare bolle d’aria utili a visualizzare scatti che ricordano stelle brillanti, ulteriormente accesi da particolari tecniche di illuminazione.

“Cosa sarebbe la vita senza sogni?”, si chiede la fotografa.

Forse per dare risposta a questo quesito le immagini aggiungono spesso testi descrittivi che, idealmente, spiega Lohe, “si completano a vicenda e ci guidano verso una nuova prospettiva”. Ogni opera dei due artisti racconta una storia, accende riflessioni, suscita emozioni, intercetta fragilità e pone nuovi interrogativi.

L’obiettivo della mostra e, in generale del progetto di diffusione creativa sulle strade, è far dialogare l’arte contemporanea con i territori e le società aumentando la ricerca, il confronto e la scoperta delle ricchezze materiali e immateriali dei luoghi raggiunti.

In questo modo la rappresentazione artistica viene concepita come un potenziale punto di ritrovo per le comunità, uno spazio di superamento dei limiti geografici (specie quelli porosi e frammentati delle zone di confine), un laboratorio di idee dalle quali partire, più che un punto di approdo.

Ogni forma di creatività recupera la sua dimensione collettiva, prova a oltrepassare le condizioni di isolamento e consente di costruire ponti tra le persone per raggiungere, almeno con l’immaginazione, mondi sempre nuovi.
Chiara Antonioli