“E’ ormai chiaro che l’unica preoccupazione del sindaco e della sua maggioranza riguarda il ritiro di tutti gli emendamenti al bilancio da parte dell’opposizione. Alle loro polemiche noi rispondiamo continuando a fare proposte concrete”.
Il gruppo consiliare del PD, dopo il duro scontro con i gruppi della maggioranza e anche della minoranza, non molla la presa sulle cosiddette misure anticrisi.
“Davanti alle nostre legittime critiche sulla sua insufficienza -dicono Elisa La Paglia, Federico Benini e Stefano Vallani- il ventilato fondo per l’emergenza da coronavirus è già stato derubricato ad un meno ambizioso (e non meglio specificato) “fondi di vicinanza”. E mercoledì il sindaco è passato alle vie di fatto minacciando di sospendere il Consiglio comunale fino alla fine di aprile per convocarlo soltanto l’ultimo giorno utile e utilizzare il meccanismo della tagliola per chiuderlo senza possibilità di discussione degli emendamenti. Per questa amministrazione, dunque, il Coronavirus è la scusa. Ma per la città resta una emergenza. Anziché polemizzare con la minoranza che cerca di fare proposte costruttive -aggiungono- un’amministrazione seria e autorevole farebbe un appello ai proprietari dei muri delle attività economiche affinché promuovano una dilazione nel pagamento degli affitti, perché un’attività commerciale morta o allo stremo non paga più le tasse, gli stipendi e nemmeno l’affitto”.
Il PD chiede che vengano reinvestiti i risparmi generati dalla sospensione dei lavori del consiglio comunale: in due mesi di inattività è possibile risparmiare 260 mila euro con cui rimpinguare il fondo per l’emergenza. I consiglieri possono già rinunciare al gettone di presenza. “Possono -si chiedono- gli assessori rinunciare alla propria indennità? Come Pd siamo disposti a rinunciare ai nostri emendamenti al bilancio ma sono nulla rispetto alle necessità dei nostri cittadini, a che cosa sono disposti a rinunciare gli assessorati con portafoglio al fine di aumentare la disponibilità di risorse e quindi l’efficacia del fondo? Che cosa sono disposti a mettere in comune -concludono- per l’emergenza?”.