La sconfitta subita domenica contro il Monza tra le mura del Bentegodi – quarto ko di fila in campionato, cinque se si conta anche quello di Coppa Italia contro il Bologna – ha ufficialmente aperto la crisi in casa gialloblù. Una parola che nessuno avrebbe mai voluto nemmeno sentir nominare ma che, di fatto, è diventata un’inaspettata realtà con la quale dover fare i conti. Dopo i segnali positivi visti con la Juventus, nonostante il risultato negativo, l’auspicio e la speranza erano quelli di tornare a vincere, centrando quel successo che manca oramai dalla seconda giornata. Nelle successive otto giornate, invece, sono arrivati solo due punti, frutto di due pareggi a reti bianche con Bologna e Torino, e ben nove sconfitte. Numeri inesorabili da far rabbrividire anche il più ragionevole vuole degli ottimisti. Ogni aspettativa è stata disattesa e la prossima partita in casa del neopromosso Genoa assume ora giocoforza l’aspetto della classica ultima spiaggia.
MANCANO RITMO E IDEE
Contro la squadra di Palladino il tecnico gialloblù Marco Baroni ha schierato l’undicesima formazione diversa su undici partite disputate. Il continuo rimescolare le carte, tuttavia, non ha ancora portato a un prodotto finito degno di tal nome. Anzi, si ha l’idea che l’allenatore continui a brancolare nel buio, alla continua ricerca di un punto di equilibrio, che a quanto sembra rimane una chimera. Troppe cose, del resto, sembrano non funzionare a dovere. L’aspetto più preoccupante è vedere una squadra ancora alla ricerca di una propria e definita identità. Continua a non vedersi una precisa idea di gioco – situazione sicuramente aggravata dal continuo alternarsi di giocatori – e fare gol sta diventando difficile quanto scalare l’Everest. Inoltre, anche la fase difensiva, fino a questo momento uno dei punti di forza, inizia a mostrare pericolose lacune, che per una squadra che deve salvarsi rappresentano un tangibile segnale d’allarme, da non sottovalutare nella maniera più assoluta.
PANCHINA BOLLENTE
In questi casi, non è una novità, il primo a pagare dazio è sempre l’allenatore. Peraltro, forse per la prima volta in questa stagione, si è avuta l’impressione che Baroni non abbia più in mano la squadra, che ha dato l’impressione di non viaggiare più sulla stessa linea di frequenza del tecnico. Al Bentegodi nel frattempo, non è passata inosservata la presenza di Davide Ballardini – ancora sotto contratto con la Cremonese – già accostato al Verona lo scorso anno, prima di firmare per il club grigiorosso. Che la situazione sia diventata estremamente critica non ne ha fatto segreto nemmeno lo stesso Baroni. Il tecnico gialloblù, con grande coraggio e onestà intellettuale – questo gli deve essere riconosciuto – non è sfuggito alle proprie responsabilità, sapendo di essere finito inevitabilmente in discussione.
GENOVA, ULTIMO TRENO?
La partita con i rossoblù diventa ora la cosiddetta “ultima spiaggia”. Al di là di quello che potrà essere il risultato finale, si tratterà di capire se l’allenatore ha ancora o meno in mano la squadra. Se così non fosse la scelta di cambiare diventerebbe quasi un passaggio obbligato.
Enrico Brigi