Ma all’ex Cinema Astra, che pare destinato a diventare un sito archeologico di interesse nazionale sul quale il ministero dei beni culturali sta predisponendo un progetto di acquisizione, perché il Comune prevede nel Piano urbano della mobilità di ricavare un parcheggio a silos? La notizia era stata anticipata dalla Cronaca di Verona alcune settimane fa pubblicando nero su bianco i contenuti del Pums e destando grande sorpresa anche a Roma oltre che in soprintendenza. Il nodo è stato questa mattina oggetto di una commissione di controllo del Consiglio comunale, presieduta per l’occasione dalla vicepresidente Anna Bertaia alla presenza dell’assessore alla Mobilità e al traffico Tommaso Ferrari. Ed è emerso che un conto è il Piano e un conto la reale volontà dell’amministrazione. Che, a detta dell’assessore Ferrari, non ha alcuna intenzione di trasformare l’ex Cinema Astra in un parcheggio a silos, così come neppure l’ex Campone. Ma allora perché nei documenti ufficiali c’è scritto questo? E perché non è stato modificato? E’ stato chiesto dai consiglieri comunali collegati alla commissione e dalla vicepresidente Bertaia. “Il Piano della sosta è un documento collegato e subordinato al Pums, che è il piano generale -ha spiegato Tommasi-. Il Pums, che contiene le linee generali sulla mobilità, lo abbiamo ereditato dalla Giunta Sboarina che lo aveva approvato ed è stato adottato dal nostro Consiglio comunale. Prevedeva, potenzialmente, e in linea generale, di trasformare alcuni edifici in garage a silos. Ma non è assolutamente nostra intenzione procedere in questo senso. Perché non l’abbiamo modificato? Perché avrebbe significato ricominciare daccapo con la procedura di approvazione. Quando ci sarà l’aggiornamento, toglieremo questa parte”. Ma quando viene aggiornato il Piano. A norma di legge, ha spiegato il dirigente Michele Fasoli, dopo cinque anni dall’approvazione in Consiglio comunale ma ha aggiunto Tommasi “nulla impedisce di intervenire prima con gli aggiornamenti. E sicuramente lo faremo perché è un piano dinamico”. Nel frattempo procedono i contatti tra Soprintendenza e Ministero dei Beni culturali perché, come aveva anticipato alla Cronaca di Verona il sottosegretario al Ministero Gianmarco Mazzi c’è l’intenzione da parte del Governo di acquisire il sito per farne un luogo di interesse archeologico nazionale, aperto al pubblico. Qui infatti durante i lavori di ristrutturazione sono emersi importanti resti di un “albergo” di epoca romana che si affacciava sulla antica via Postumia e sono presenti anche resti di un incendio che probabilmente fu la causa della distruzione di questo edificio i cui resti meritano di essere riportati alla luce. Tuttavia, come ha fatto notare il consigliere di maggioranza Trincanato andrebbe approfondita, vista la carenza di posti auto in centro (anche perché questa amministrazione li sta togliendo) “l’ipotesi di trovare edifici che possono essere riconvertiti a parcheggi silos”. E potrebbe essere il tema di una prossima commissione consiliare. MB