È partita la fase due. Dopo l’acquisizione, approvata in Consiglio comunale, sulla Val Borago si attende il sigillo della Regione Veneto. Il Comune di Verona ha chiesto, infatti, che l’area sia riconosciuta ufficialmente quale Sito di Interesse Comunitario. E, quindi, di poter essere capofila nella valorizzazione e gestione dell’area e della sua biodiversità, attraverso il Museo di Storia Naturale. Un passaggio storico, in accordo con i Comuni di Negrar e Grezzana, che permetterà di tutelare e conservare la ricchezza naturalistica del bosco, con tutte le sue specie di flora e fauna.
Per far proseguire l’iter si attende che il Comune di Negrar faccia lo stesso passaggio in Consiglio comunale, con l’acquisizione della sua quota parte. Nel frattempo è già partito il primo studio approfondito dell’habitat naturale della vallata. Il progetto “YouFAB – Fondo Alto Borago” riguarda un’area di 989 ettari, che si estende a nord dei quartieri di Avesa e Quinzano fino a Montecchio di Negrar. L’obiettivo è promuovere la conservazione della biodiversità della zona, attraverso il coinvolgimento dei cittadini, delle comunità locali e delle imprese del territorio.
Questa mattina, a Palazzo Barbieri, l’assessore all’Ambiente e il presidente dell’associazione Il Carpino Mario Spezia hanno spiegato i prossimi passi per arrivare alla definitiva gestione della vallata. Presente anche il vice segretario generale del Comune Giuseppe Baratta. La prima fase ha riguardato, infatti, il salvataggio del Bosco dalla temuta vendita, chiesto a gran voce dai cittadini e sostenuto dalle tante realtà che hanno supportato l’operazione, in primis l’associazione Il Carpino.
L’area boschiva di oltre 38 ettari, a nord ovest della zona speciale di conservazione Borago-Galina, fra i Comuni di Negrar e Verona, rischiava di essere trasformata in un’area ad uso agricolo per la realizzazione di vigneti. Per impedire che ciò avvenisse si era sollevata l’opinione pubblica e il compendio era stato acquisito da Intesa San Paolo S.p.a., intenzionata, con tale operazione, a sostenere la crescita inclusiva e sostenibile del territorio. L’Istituto ha ora ceduto al Comune di Verona la quota che insiste sul territorio del capoluogo scaligero, che ne manterrà la fruizione pubblica.
“Abbiamo posto le basi per la futura conservazione dell’area – ha sottolineato Spezia -. Un risultato importantissimo frutto del coinvolgimento di tante persone e realtà. Dalla Prefettura al Ministero che sono stati un riferimento fondamentale per superare la burocrazia. E poi la lungimiranza di Intesa San Paolo, il supporto dell’avvocato Stefano Dindo e il Comune di Verona per il totale e incondizionato sostegno, testimoniato dalla scesa immediata in campo del sindaco e degli assessori”.
Ora c’è da attendere che Negrar approvi in Consiglio comunale l’acquisizione di sua competenza e che la Regione riconosca la Val Borago quale Sito di Interesse Comunitario. Una sinergia piena tra enti locali affinchè l’area sia tutelata.