Vicine agli interessi della comunità ed impegnate nel mettere a servizio una molteplicità di saperi, con un obiettivo cardine: favorire la promozione umana e sostenere l’inclusione sociale di tutti i cittadini. A partire dal 1999, l’Associazione Le Fate Onlus facilita l’integrazione sociale e culturale delle famiglie immigrate presenti a Verona, con particolare attenzione alla realtà femminile. Nel realizzare le proprie attività l’Associazione pone al centro dell’attenzione il miglioramento del livello di benessere individuale e sociale. Negli anni, i punti di forza de Le Fate hanno permesso di generare un numero sempre maggiore di servizi in stretto rapporto di collaborazione con il territorio e le con sue realtà. La finalità di solidarietà sociale si concentra prevalentemente su bambini, adolescenti e donne, rimuovendo gli ostacoli che impediscono il raggiungimento del benessere, sia del singolo, sia in un’ottica di welfare comunitario. L’attività de Le Fate si estrinseca secondo tre aree di intervento. L’Area Prevenzione dell’Associazione Le Fate Onlus è dedicata al benessere complessivo dell’individuo, abbracciando gli aspetti pedagogici, psicologici e sociali in modo sinergico. Questa sezione offre una serie di servizi mirati, tra cui il Centro diurno per minori e il Consultorio socio-educativo. L’Area Socio-Territoriale è impegnata nella realizzazione di percorsi e attività che mirano a rafforzare l’empowerment della comunità, consentendo agli individui di prendere parte attiva nella vita della loro zona. L’Area Donne mira alla creazione di percorsi di inclusione sociale e lavorativa per le donne in collaborazione con l’Ufficio Pari Opportunità del Comune di Verona e il Centro Interculturale Casa di Ramia. In questo articolo, esploreremo grazie a Cristina Cominacini, Presidente dell’Associazione Le Fate Onlus, come la missione radicata nella solidarietà sociale stia contribuendo al benessere della comunità di Verona.
Come è nata la vostra realtà e da quanto siete attive sul territorio?
La nostra realtà è nata nel 1999 da un gruppo di giovani donne che lavoravano individualmente con appoggi educativi domiciliari rivolti a minori. Al tempo si era sentita la necessità di lavorare con un piccolo gruppo, fuori dalle mura domestiche e di avere uno spazio in cui poterlo fare. Per dare vita all’associazione ci siamo rivolte a MAG, che tuttora ci segue e supporta.
Qual è la mission dell’associazione?
La nostra mission riguarda prevalentemente l’inclusione sociale di minori e famiglie. Abbiamo sempre avuto un’attenzione particolare per la realtà femminile. Infatti, molti dei nostri progetti sono stati rivolti a donne, prevalentemente di origine straniera.
Su quale territorio operate?
Operiamo a Verona e provincia.
Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare?
Da alcuni anni abbiamo stretto un patto di sussidiarietà con il Comune di Verona che coinvolge uno spazio molto bello e con molte potenzialità: il Centro culturale 6 maggio 1848 a Santa Lucia. Lo stiamo gestendo cercando di riqualificare e potenziare le sue attività. Ci piacerebbe che diventasse un centro culturale a tutti gli effetti, un po’ come alcuni centri del nord Europa, con attività di vario genere rivolte alle diverse fasce di età e alle scuole, che spaziano da artigianato, musica, teatro, cinema, e quindi proposte culturali di qualità e contemporaneamente accessibili a tutti. Ci piacerebbe dar vita ad un’impresa di Comunità.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno?
I nostri progetti sono quasi sempre con un tempo e un budget limitato, ma spesso richiederebbero più tempo. Altri sono veri e propri servizi, che non dovrebbero avere una scadenza ma essere garantiti sempre. In questo senso la rincorsa di bandi e finanziamenti non è sempre semplice. Quindi mi sento di dire che la stabilità economica sarebbe la cosa più utile.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà?
Ci auguriamo che rimanga una realtà di dimensioni piccole o medio piccole, perché questo permette un lavoro di maggior qualità, anche a livello relazionale. Inoltre, ci auguriamo che i progetti e i servizi a cui stiamo lavorando raggiungano una loro stabilità, in modo da garantire continuità alle persone che seguiamo e anche ai dipendenti che lavorano per l’associazione.
Stefania Tessari
(puntata numero nove)