Sono ore delicate per la maggioranza che sostiene il sindaco Damiano Tommasi. Forse decisive per la tenuta della coalizione. La delibera sullo sviluppo dell’area della Marangona ha visto in Giunta una profonda spaccatura: da una parte la contrarietà dell’assessore Michele Bertucco e delle forze politche che lo sostengono, dallaltra tutti gli altri assessori e il sindaco. Bertucco non ritiene di doversi dimettere perché coerente con il programma, il sindaco non se la sente di ritirargli le deleghe al Bilancio, personale e patrimonio. Per ora.
Sono ore delicate perché domani, martedì, la delibera andrà in commissione e urbanistica e giovedì in Consiglio comunale. L’area politica di Bertucco, vale a dire Sinistra in Comune,voterà contro con la consigliera comunale Jessica Cugini.
E poi?
Dal centrodestra piovono attacchi alla maggioranza Tommasi, accusata di essere inconcludente e spaccata, un copione prevedibile. Ma è dalle forze del centrosinistra più ampio che si moltiplicano gli appelli a trovare una sintesi, un accordo, a fare un passo avanti per tenere insieme questa esperienza politica e non buttarla a mare alle prime difficoltà. Ma erano difficoltà note attese. E che, qui sta il problema, saranno destinate a ripresentarsi alle prossime delibere.
Per questo a Tommasi e a Bertucco arrivano messaggi da tutte le realtà del variegato mondo del centrosinistra e dell’ambientalismo veronese.
Dice per esempio Giorgio Massignan, coordinatore di Veronapolis, un po l’assessore ombra all’urbanistica: “È mio dovere chiarire che noi ci stiamo battendo perché questa amministrazione possa migliorare la nostra città e non per rovesciarla. Se alcuni insistono affinché sia rispettato il programma elettorale e quindi contestano duramente le scelte della Bissoli, altri, tentano di mediare una soluzione senza traumi. Questi ultimi sperano si possa ricomporre tutto senza ulteriori contrasti in giunta”.
Massignan cerca di essere fiducioso con la volontà ma non basta: “fosse possibile, ma con franchezza e onestà ci credo poco.
Ritengo che l’insistenza da parte della vicesindaca, seguita dagli altri componenti della giunta, nel proseguire con i metodi e con i contenuti delle precedenti amministrazioni, cercando di portare a termine i loro progetti, sia difficilmente mediabile con le posizioni dell’assessore Bertucco, che si attiene, correttamente, a quanto definito nel programma elettorale.
Probabilmente, servirebbe una maggiore pressione pacifica e ben documentata da parte del popolo progressista, che riporti l’intera giunta a rispettare il programma per cui sono stati eletti. Difendere ad ogni costo il metodo e i contenuti portati avanti dall’assessorato all’urbanistica, rischia di ottiene lo stesso risultato del medico pietoso che fa morire il paziente”.
Massignan insiste sul punto: non è una questione politica o personale di Bertucco ma è una questione di metodo con quale vengono studiate elaborate e proposte certe delibere.
“Damiano, non farmi preoccupare…”
Per questo è interessante un altro punto di vista, quello di Nadir Welponer, uno dei più esperti navigatori della sinistra, che scrive una lettera aperta al sindaco Tommasi perché non si faccia sfuggire tra le dita questa esperienza amministrativa.
“Damiano , non ti nascondo che sono molto preoccupato della piega che sta prendendo il confronto sulla Marangona e il ventilato ritiro delle deleghe all’Assessore Bertucco . Non credo di sbagliarmi se penso che una tale eventualitá avrebbe effetti nefasti sull’Amministrazione per 4 ragioni di fondo”
E Welponer spiega: primo punto “un effetto scoraggiante e di disamore in ampi settori di elettori che vi hanno votato , e un distacco anche sentimentale dall’impresa di rinnovamento nella quale sei fortemente impegnato”.
Secondo: ” i danni cadrebbero su di te in modo particolare , perché saresti imputato di non saper tenere unita la maggioranza che ti ha eletto” .
Terzo punto: ” credo che la stessa Giunta subirebbe un colpo , giacché molti assessori hanno riferimenti elettorali e ideali in fasce di popolazione che non condividerebbe un tale esito” .
Infine, la scelta di ritirare le deleghe “escluderebbe Bertucco dallo stesso consiglio comunale , e ciò oltre che ingiusto umanamente può solo far piacere a quel sistema di potere e quelle forze politiche che in questi anni ha combattuto dall’opposizione .
Tutto verrebbe trascinato indietro in una polemica rabbiosa , il cui esito ,gravido di conseguenze , non è facile prevedere .
Da te la Cittá , si aspetta saggezza e lo sguardo in avanti alle sfide e alle opere nelle quali quali siete impegnati”.
Infine, l’esortazione al sindaco: “Sta dunque a te dare un colpo di barra deciso in avanti , guardando al futuro , e lasciare ai piccoli portatori di acrimonia e spesso offensivi nei nei vostri confronti , sia da una parte che dall’altra , l’amaro in bocca .
Ne uscirai più forte politicamente e umanamente” conclude Welponer.
Su Facebook nascono gruppi a sostegno della necessità di fare un passo avanti verso la soluzione di questa crisi e appelli arrivano da varie aree politiche. Uno di questi è firmato da Luciano Butti, Giulio Saturni e Alberto Sperotto che invitano le parti in causa a un compromesso eliminando gli spigoli. “La città ha finalmente imboccato la strada del cambiamento e del miglioramento. I cantieri aperti rappresentano un segno tangibile di questo cambiamento; l’attenzione alla mobilità sostenibile e l’impegno per i diritti sociali e civili sono tasselli di un mosaico più ampio che delinea una Verona più europea e aperta. Certo, la strada è ancora lunga, ed è necessario recuperare un immobilismo che dura da vent’anni. Per farlo serve il contributo di tutti. Davanti a questa crisi all’interno della maggioranza occorre trovare una soluzione, che non può consistere in “passi indietro” di qualcuno, ma in un “passo avanti” di tutti i protagonisti del conflitto”.
Serve un approccio lungimirante
E quindi? “La sinistra che fa riferimento a Michele Bertucco deve comportarsi in ogni occasione come forza di governo. Ciò significa prendere atto delle compatibilità, perché non vi sono le risorse per fare tutto quanto sarebbe bello fare. E in alcuni casi (come il filobus o il destino di Corte Alberti alla Marangona) abbandonare iniziative avviate da tempo significherebbe esporre il Comune a penali o indennizzi milionari”.
E gli altri? “Le altre forze della maggioranza devono accettare sin dall’inizio, e non solo all’ultimo momento, il confronto di merito su ogni scelta rilevante dell’Amministrazione. Di fronte a rilievi dall’interno della maggioranza, la risposta non può essere l’accusa di “fuoco amico”. Deve essere, sempre e dall’inizio, una risposta che illustri alla città le conseguenze delle diverse scelte possibili”.
Anche Tommasi deve migliorare: “Il Sindaco deve migliorare la propria strategia comunicativa. In una democrazia moderna, nessuno può accettare che, di fronte a rilievi e critiche, la risposta sia una polemica personale, o un appello alla fiducia oppure alla necessità di fare squadra. Chi esercita un potere deve sempre essere “accountable”, esponendo in modo articolato le ragioni di merito delle proprie scelte.
Quanto alle questioni urbanistiche che hanno aperto la crisi, con lo sforzo di tutti si può trovare una soluzione. Alla Marangona non vi è solo Corte Alberti; si deve avviare la discussione su come migliorare le soluzioni in campo, anche ridiscutendo la pianificazione con la Regione, per il Nassar, l’Ex Seminario e altri ambiti che poco hanno a che fare con lo sviluppo del Quadrante Europa”.
In definitiva: “Trovare un “compromesso alto” è l’essenza della buona politica. Ciò significa individuare soluzioni che non solo siano tecnicamente valide, ma che ottengano anche il consenso della cittadinanza. Il bene comune deve essere la stella polare di ogni azione.
Solo grazie a un approccio collaborativo e lungimirante riusciremo a superare le sfide attuali e a costruire una Verona più vivibile, sostenibile e inclusiva per tutti”.
E la Sinistra italiana, forza politica cui fa riferimento Bertucco? Dino Facchini non ha dubbi: “La vergogna più grande è la delibera che subirà in consiglio comunale il sigillo del voto favorevole di Tosi e di Sboarina, che l’avevano presentata. Ma è vergognoso anche l’atteggiamento degli assessori, che con l’inganno cercano di scaricare su Bertucco la responsabilità tutta loro di aprire la crisi nella maggioranza comunale. Bertucco ha semplicemente attuato il programma di coalizione, non si capisce perché dovrebbe dare le dimissioni. E’ il sindaco il titolare delle deleghe, per legge, e spetta al sindaco confermarle o ritirarle”.
“La verità è -aggiunge Facchini- che Tommasi sa che Bertucco è uno dei pochi assessori dotato di competenze e che rappresenta per lui l’unica copertura a sinistra della compagine che amministra la città. Sono gli oltranzisti di giunta che vorrebbero sbarazzarsi di Bertucco per inscenare l’ennesimo attacco alla diligenza delle cariche e delle poltrone. Uno sconcio tanto più terribile dopo la recente denuncia di Report sullo scandalo della n’drangheta a Verona, collegato allo scambio di voti ad opera delle destre locali”.
Non resta che attendere…
M.Batt.