Sono ormai drammaticamente note le difficoltà causate dal blocco della cessione del credito a committenti e imprese. Moltissimi costruttori sono in deficit. Dopo aver scontato ai clienti le fatture per i lavori legati ai bonus edilizi, nessuno ora acquisisce quei crediti fiscali. «L’unica colpa delle imprese è aver fatto affidamento su un governo che continua a modificare le regole del gioco mentre la partita si sta ancora disputando», il duro commento di Trestini su una situazione ormai oltre lo stallo.
ANCE punta a dimostrare come la misura non abbia un costo eccessivo e che non sia da considerarsi senza copertura. Nelle scorse settimane il concetto è stato più volte riportato da diverse testate proprio su input della Ragioneria dello Stato e del Ministero delle Finanze. A fare luce sul tema uno studio specifico e inedito, realizzato dal Centro Studi di Ance, intitolato “Superbonus: Quanto costa davvero allo Stato?”: dimostra come il costo di un intervento di superbonus venga già coperto per la metà dalle entrate generate direttamente dal cantiere (il ritorno immediato nelle casse dello Stato della fase di cantiere è pari al 47%).
«Se a queste cifre si somma poi l’indotto, il saldo risulta nettamente positivo» – spiega Trestini – «Per la prima volta, dunque, uno studio sul Superbonus quantifica gli effetti diretti e certi per lo Stato sulla base di un caso reale e non più sulla base di mere ipotesi di studio. Dati concreti che, finora, non sono stati in alcun modo presi in considerazione dai decisori pubblici».
Lo studio di ANCE vuole dunque essere una risposta diretta al Ministero dell’Economia che la scorsa settimana ha negato l’attendibilità di effetti indotti della misura, ponendo in evidenza come anche i soli effetti diretti bastino a coprire già la metà dei costi. Un dato che segna, oltre ogni dubbio, una svolta mai recepita.