È al via in questi giorni la stagione del riso nel Veronese, anche se le intenzioni di semina potrebbero risentire del perdurare della siccità, solo mitigata dalle ultime precipitazioni.
Secondo il sondaggio dell’Ente nazionale risi nella provincia scaligera è prevista una riduzione della superficie coltivata a riso del 2,37 per cento, proprio per il timore che non ci sia acqua a sufficienza per la produzione.
“Tra i produttori c’è preoccupazione perché non ha piovuto a Marzo e non c’è neve accumulata in montagna che possa garantire riserve d’acqua – sottolinea Romualdo Caifa, presidente del settore risicoltori di Confagricoltura Verona -. Per questo motivo gli agricoltori sono nel dubbio se rischiare o meno nel seminare riso. C’è chi ha già seminato e chi aspetta, anche perché le settimane ideali per farlo, per quanto riguarda il nostro Vialone Nano, sarebbero l’ultima di aprile e la prima di maggio. Io comunque dubito che si sarà un aumento di produzione, perché, oltre al problema della scarsità d’acqua, peserà anche la riduzione dei fitofarmaci prevista dalla Pac, che porterà a un minor controllo delle infestanti. Non aiuterà la deroga riguardante le superfici a riposo, che è arrivata troppo tardi per poter essere attuata”.
Il dato positivo riguarda i prezzi, che al momento si stanno mantenendo alti anche in virtù della scarsità del raccolto della scorsa annata. Il Vialone Nano è attualmente battuto a 100 euro a quintale, mentre il Carnaroli è a quota 80 euro. “I prezzi sono soddisfacenti – conviene Caifa -, anche se i costi di produzione sono raddoppiati per quanto riguarda la concimazione, che nel riso è fondamentale. Su questa stagione pesa, inoltre, l’incognita delle importazioni da Cambogia e Myanmar. Da tre mesi è scaduta, infatti, la clausola di salvaguardia che aveva imposto, negli ultimi tre anni, un dazio sul riso indica importato in Europa dal Sud-Est asiatico. La tregua è finita e capiremo a fine anno quali saranno gli effetti sulle nostre produzioni locali”.
Secondo i dati di Veneto Agricoltura la superficie coltivata a riso si è mantenuta costante, con 2.160 ettari che costituiscono il 90% degli investimenti regionali (3.100 ettari). Il Vialone Nano igp resta il prodotto di nicchia, venduto soprattutto a livello locale, con una quota di produzione attorno al 80-85%, seguito da Carnaroli (10%) e altri risi.