“Una situazione umiliante: per gli imprenditori che si sono trovati a richiedere un importo inadeguato, 600 euro e hanno dovuto fare i conti con una procedura di richiesta beffarda; e per chi, come noi, ha la mission di dare supporto e assistenza che non si è trovato nelle condizioni di fare il proprio lavoro”. Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona, commenta così la situazione di caos che si è venuta a creare ieri per commercianti, artigiani, titolari di partita iva e lavoratori autonomi che hanno cercato di ottenere l’indennità prevista per l’emergenza Covid-19 sul sito dell’Inps.
“Nei giorni scorsi, abbiamo aggiornato professionisti e imprese interessate dal provvedimento, oltre 500 nel Veronese, sul funzionamento del bonus e sull’iter da seguire per fare richiesta”, spiega il direttore generale Nicola Dal Dosso. “Ieri, alle 6 di mattina eravamo già al lavoro per fare un test sul sito. Poi il sistema è saltato a ripetizione ed è stato il delirio”.
“Gli imprenditori e gli autonomi, a causa della sospensione delle attività – riprende Arena – non percepiscono un euro da un mese, e quello di ieri doveva essere un approdo, un sollievo. Ma si è tramutato in una beffa. E’ inaccettabile per un Paese che voglia definirsi civile”.
Un bonus che già era nato sotto una cattiva stella per colpa di una comunicazione frammentaria e deficitaria, accusa Confcommercio Verona: prima l’ipotesi di un click day, smentita a fatica, poi la spiegazione, sul sito dell’Inps, che l’indennità sarebbero state erogate in base all’ordine cronologico di arrivo della domanda e fino al limite dei fondi. Una comunicazione allarmistica che ha fatto concentrare le domande all’”ora zero” mettendo più volte sotto pressione e provocando il corto circuito del portale dell’Inps, la quale non ha saputo predisporre le misure necessarie per far fronte alla mole di accessi.