Le nuove offerte di transazione per i piccoli risparmiatori sono sensibilmente aumentate. Per i grandi consumatori, cioè coloro che avevano investito oltre 50mila euro, le proposte rimangono ancora su percentuali non soddisfacenti. Sono questi alcuni degli aggiornamenti emersi dall’incontro organizzato in Sala Lucchi da Adiconsum Verona con i risparmiatori veronesi coinvolti nella vicenda dei diamanti da investimento. L’obiettivo dell’incontro era riassumere, dopo la pausa estiva, l’avanzamento delle trattative in corso con gli Istituti di credito parte in causa, Banco Bpm in primis, ricordando che il provvedimento sanzionatorio dell’Antitrust, impugnato avanti il Consiglio di Stato, passerà entro la fine dell’anno-primi mesi del 2020 al vaglio del Giudice amministrativo d’appello, che dovrà stabilire se la pratica commerciale contestata sia consistita o meno nel fornire una rappresentazione parziale, ingannevole e fuorviante delle caratteristiche dell’investimento in diamanti. “Dopo le tante attività di rivendicazione e protesta e gli incontri con Banco Bpm – ha precisato il presidente di Adiconsum Verona, Davide Cecchinato – registriamo un aumento delle proposte transattive, che per ora sono state sottoscritte da circa 250 soci sui 1.200 coinvolti. L’offerta di rimborso non pregiudica il mantenimento della pietra, sulla cui cessione suggeriamo di temporeggiare per evitare la svendita. Notiamo che chi ha investito un capitale sotto i 20mila euro sta accettando le proposte della Banca: non si tratta della migliore proposta possibile ma chiaramente la situazione attuale, aspettando la sentenza del Consiglio di Stato, non permette di sbilanciarsi su eventuali possibilità di rialzo”. Oltre a Cecchinato, per Adiconsum erano presenti i legali Carlo Battistella, Silvia Caucchioli e Iacopo Cera. Ha dichiarato Battistella: “Qualche passo avanti dopo la fine dell’estate è stato fatto. Le proposte di rimborso, senza dover affrontare le spese legali di un’eventuale via giudiziaria, cominciano a diventare ragionevoli se pensiamo che il valore putativo delle pietre è del 25-30 per cento. Per gli importi superiori ai 50mila euro bisognerà aspettare il Consiglio di Stato, per cui non c’è ancora un’udienza fissata, e capire se renderà definitiva la sanzione dell’Antitrust verso gli Istituti di credito”. Un altro passaggio riguarda la restituzione delle pietre. Come ha informato Adiconsum durante l’incontro, nell’udienza di lunedì 21 ottobre al Tribunale di Milano col curatore fallimentare che si occupa del fallimento della Idb (Intermarket Diamond Business spa) si stabilirà la modalità di restituzione delle pietre. Non si perdono ancora le speranze, poi, circa la “prescrizione” addotta da Banco Bpm ai diamanti su cui si era investito oltre dieci anni fa. La situazione potrebbe sbloccarsi col tempo e una sentenza positiva del Consiglio di Stato potrebbe portare a nuove proposte di rimborso anche per le “pietre prescritte”. “La posizione dell’istituto è stata inamovibile al riguardo – ha spiegato Cecchinato – ma in caso di pronunciamento del Consiglio di Stato in favore dell’Antitrust la cornice potrebbe diventare favorevole”. Un’ulteriore criticità riguarda i reclami fatti in proprio dai risparmiatori e cumulativi, presentati con un’unica firma anche in rappresentanza di un’altra persona, ad esempio un parente: “Nel caso di questi reclami la proposta di transazione, che noi abbiamo contestato, viene fatta sul totale dell’investimento dei due soggetti – ha rimarcato Adiconsum – e siamo in attesa di ottenere la rettifica che abbiamo richiesto”. La vicenda sui diamanti da investimento ha coinvolto migliaia di cittadini veronesi, mille dei quali circa, per un controvalore pari a 28 milioni di euro, sono rappresentati da Adiconsum Verona.