Abbiamo bisogno di poche cose, per favore. Non grandi promesse, non chissà quali progetti, ci accontentiamo di niente. Dell’idea di una passeggiata un po’ più lunga, magari di poter vedere un figlio che abita (ahimè) fuori Comune, di una cena con due amici (due) “fidati”, di poter pensare (non fare) a un minimo di shopping, di andare in Chiesa anche a orari scaglionati, di poter (chissà…) togliere la mascherina almeno in macchina (o in bici), di viaggiare con tua moglie seduta al tuo fianco e non dietro come succedeva quando si potevano prendere i taxi.
Già, l’avete capito, siamo al culmine, basta una goccia ancora e il vaso straripa. Ci basta niente, davvero. Ormai ci basta pensare che qualcosa si muova, il 4 di maggio, per ritrovare un minimo di morale, mentre si intensificano gli interventi sulla depressione “da Covid 19”, eccetera eccetera… Oh, non parliamo qui degli aspetti economici, ci sono fior di task force impegnate. Di sicuro, ma sicurissimo, ne usciremo a pezzi, altrochè storie. Una cosa chiediamo, per favore: non parlateci più di “ondata di ritorno” e non diteci più che “in autunno il Covid 19 tornerà”. Fateci un piacere.