Per facilitare l’integrazione “torni il servizio militare” E’ la proposta che rilancia il neoparlamentare della Lega Vito Comencini. In alternativa anche il civile obbligatorio

“Il caso della baby gang di stranieri che ha seminato il terrore per settimane a bordo dei bus Atv è la prova evidentedell’assurdità dello ius soli. Questi casi dicono che il riconoscimento della cittadinanza italiana non è sinonimo di integrazione e rispetto, ma – viceversa – è dall’integrazione e dal rispetto che può nascere il riconoscimento della cittadinanza. Le cronache delle ultime settimane dimostrano anche che la reintroduzione del servizio militare e, in alternativa, civile obbligatorio sarebbe uno strumento utilissimo per educare alla cittadinanza”. Lo afferma il parlamentare neoeletto e capogruppo della Lega in Comune Vito Comencini dopo che i carabinieri hanno individuato i cinque ragazzi stranieri – di cui quattro tra i 16 e i 17 anni – che sarebbero responsabili delle aggressioni e delle violenze a bordo dei mezzi della linea 144. “Hanno spintonato un autista di 41 anni, picchiato un collega di 52, sputato contro a un dipendente di 45 anni. Sono questi i nuovi italiani a cui la sinistra voleva regalare la cittadinanza? Per noi l’appartenenza a un Paese si dimostra nei fatti, non per diritto legato al luogo di nascita”. E proprio per “formare i cittadini” e “ricordargli che la cittadinanza è innanzitutto un dovere nei confronti del proprio Paese”, Comencini rilancia la proposta programmatica della Lega di istituire “un servizio militare e, in alternativa, civile obbligatorio di sei mesi”. “Sarebbe utili a giovani italiani e ai, cosiddetti, ‘nuovi italiani’, per educare al rispetto delle regole, consolidare il senso di appartenenza e formare al valore della solidarietà. Concetti – dice il capogruppo Lega – che, per quanto ci riguarda, devono essere patrimonio comune di chiunque abbia o avrà il diritto alla cittadinanza italiana”.