“Il commercio sta vivendo momenti molto difficili e tra le categorie che ne usciranno maggiormente danneggiate ci sono sicuramente i negozi del settore moda come abbigliamento, calzature, accessori, intimo, tessile per la casa”. Lo rileva Mariano Lievore, presidente provinciale di Federmoda- Confcommercio. “La nostra categoria dovrà affrontare, oltre ai problemi comuni ai colleghi di altri comparti commerciali, anche altre criticità. Tutta la merce della stagione primavera-estate è arrivata nei negozi poco prima dell’emergenza; essendo già stata consegnata, nessun fornitore potrà concedere e resi e la merce dovrà essere, pertanto, presto pagata. Buona parte di essa non potrà più essere venduta: nella migliore delle ipotesi salterà completamente la vendita della collezione primaverile. A luglio verrà, inoltre, consegnata la collezione autunno-inverno ordinata in tempi non sospetti e questo è un ulteriore costo a cui i commercianti devono far fronte nonostante il mancato incasso di questi difficili mesi”.
“Per tentare di salvare almeno le vendite della stagione estiva – aggiunge Lievore – sarà necessario intervenire sulla normativa delle vendite straordinarie, promozionali e sui saldi di fine stagioni al fine di posticiparli. Questo potrebbe evitare che al momento della ripartenza i negozianti vengano ulteriormente danneggiati dall’ondata dei prezzi superscontati.”
“A tutto ciò si aggiungano gli affitti, gli stipendi, le spese di assicurazioni, il pagamentodei commercialisti, le tasse e tutto ciò che riguarda la gestione ordinaria dei nostri negozi e il sostentamento delle nostre famiglie. Spese difficili da sostenere quando le serrande sono abbassate e non si hanno introiti, come accade ora, nella situazione straordinaria che noi tutti commercianti di beni non essenziali stiamo vivendo. Di fronte a questa emergenza sanitaria non abbiamo scelte, dobbiamo rimanere chiusi, ma vorremmo poter garantire ai nostri clienti di poter riaprire più forti domani”.
In tal senso sono indirizzati anche gli interventi di Confcommercio che quotidianamente presenta al Governo istanze relative, ad esempio, alla sospensione dei termini di scadenza di cambiali, titoli di credito e tutti gli atti aventi forza esecutiva. Anche l’annunciato PEPP- Pandemic Emergency Purchase Programme, con la sua carica da 750 miliardi di euro di titoli da acquistare potrebbe mitigare gli effetti devastanti del virus e sollevare un tessuto economico ormai allo stremo.
“Chiediamo attenzione e rispetto anche verso un settore chiave dell’economia e del made in Italy, fatto di 114.813 punti vendita e 313.074 persone addette in tutto il Paese”, l’appello degli associati FederModa-Confcommercio, uniti per dar voce agli ostacoli che la loro categoria sta affrontando. “Il settore moda è tra quelli maggiormente colpiti dalle disposizioni restrittive elencati all’art.61 del Decreto Legge n’ 18 del 17 marzo 2020”.
“La forza dei nostri negozi, la forza di noi piccoli imprenditori sta anche nel colorare la città con la nostra presenza, nel creare luoghi di incontro, nel fornire servizi ai nostri concittadini. Ed è a loro che chiediamo di ricordarsi di noi, della nostra passione e della nostra professionalità quando potremo ancora passeggiare nelle vie delle nostre città e riscoprire quanto è bello il sorriso dei nostri commercianti; sorriso che il “volto“ dello shopping online non può regalare”.