Ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, venti giovani attori, rifugiati a Verona grazie al progetto Stage4Ukraine avviato dall’attore e regista Matteo Spiazzi, coinvolgeranno gli spettatori con il loro vissuto devastato dalla terribile guerra.
L’evento, ad ingresso gratuito, si inserisce nell’ampio programma dell’ottava stagione della rassegna “Fuori posto” della Fucina Culturale Machiavelli.
Purtroppo quando si è lontani dai conflitti e dalle guerre si rischia di non essere consapevoli della tragedia che avviene in quei luoghi. E ce ne sono ancora tanti nel mondo. Chi meglio di coloro che hanno vissuto in prima persona il conflitto possono aiutare a sensibilizzare e interrogarsi anche di fronte all’indifferenza? Ad un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina, lunedì 27 febbraio alle 21 al Teatro Camploy, si potrà assistere gratuitamente a “Le Troiane” di Euripide, raccontate attraverso lo sguardo e il vissuto degli attori ucraini rifugiati a Verona grazie al progetto Stage4Ukraine, che dallo scorso anno permette agli allievi delle Accademie teatrali di Kyiv di proseguire i loro percorsi di studio in Italia.
“La stagione teatrale è sicuramente un momento importante all’interno dell’offerta culturale della nostra città – sottolinea l’assessora alla Cultura Marta Ugolini – e la Fucina Culturale Machiavelli ne è una realtà di rilievo. Lo spettacolo del 27 febbraio sarà veramente un momento per entrare in contatto diretto con la vita di queste persone, e sentire quello che sta accadendo vicino a noi. Ad un anno dall’inizio dell’invasione in Ucraina non ci si può abituare a questa situazione, e non può diventare uno stato quasi normale. Il teatro ci dà la possibilità di riflettere su questo, guardandolo attraverso lo sguardo di un gruppo di giovani attori.
L’evento è stato presentato questa mattina in Sala Arazzi. Oltre all’assessora Marta Ugolini sono intervenuti il consigliere comunale Pietro Trincanato, la direttrice artistica Sara Meneghetti e il direttore musicale Stefano Soardo di Fucina Culturale Machiavelli e Glib Klymenko, uno dei 20 ragazzi che fanno parte del progetto e che ha raccontato la sua esperienza.
“Siamo grati per avere questa importante occasione – ha affermato Klymenko -. La prima situazione in cui ci siamo trovati è stata il non avere uno spazio dove poter far vivere il nostro lavoro. Eravamo una cinquantina di ragazzi di diverse accademie ucraine, ed abbiamo avuto la possibilità di stare in una residenza estiva, un’occasione preziosa anche solo per stare insieme. Questa esperienza è anche terapeutica, per i ragazzi che ne fanno parte, ma anche per le persone che assistono allo spettacolo, un modo per essere connessi dentro le cose. Alcuni di noi sono tornati in Ucraina, quindi il numero dei partecipanti è ridotto, ma ad ogni replica l’impatto trasmesso è sempre più forte”.
L’ingresso sarà libero con la possibilità di lasciare un’offerta a sostegno del progetto. Alla fine dello spettacolo, grazie alla media partnership con Heraldo, il giornalista Ernesto Kieffer dialogherà con i protagonisti sul tema del dialogo culturale come possibile via alla cooperazione tra popoli.