Per combattere il caporalato c’è un progetto dell’università

Creare un modello di collaborazione a rete pubblico-privato finalizzato alla prevenzione dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Questo l’obiettivo di FARm, il progetto dell’università di Verona che ha ricevuto un finanziamento di 3 milioni di euro dall’Unione Europea attraverso il fondo Asilo migrazione e integrazione, Fami, gestito dai Ministeri dell’Interno e del Lavoro. Coordinatrice del progetto è Laura Calafà, docente di Diritto del lavoro del dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo, che lo ha presentato a Palazzo Giuliari, insieme al rettore Nicola Sartor (nella foto). Il gruppo di lavoro interno all’ateneo è composto da Laura Calafà e Venera Protopapa del dipartimento di Scienze giuridiche, Carlo Combi del dipartimento di Informatica e Corrado Barbui del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento. Il progetto coinvolge, per un supporto specialistico, anche le università di Trento, Bolzano e Statale con Riccardo Salomone, Olivia Bonardi e Susanne Elsen. Il progetto FARm vuole valorizzare un modello di rete pubblico e privato in Veneto, Trentino-Alto Adige e Lombardia, con sistemi produttivi in agricoltura avanzati e con simili condizioni di sviluppo econ­omico-sociale. Valorizzando una convenzione del diritto come strumento di prevenzione e non di sola gestione del conflitto giudiziario, il progetto propone un modello di collaborazione a rete pubblico-privato finalizzato alla prevenzione dello sfruttamento lavorativo in agricoltura.