Pensioni Italiane. Cruccio di giovani ed anziani che devono fare i conti con le continue variazioni di leggi che dipendono dagli umori, e dalle casse dello Stato. Mancano due anni al termine della cosiddetta quota cento e, al momento, i termini della riforma ruotano intorno all’età pensionabile: allo studio misure per abbassarla rispetto agli attuali 67 anni.
Fioccano le proposte in un terreno poco fertile e dove la coperta stretta pare si diriga verso fondi integrativi rivolti ai giovani di “belle speranze”, che devono coniugare l’obiettivo di introdurre nuovi elementi di flessibilità con quello di far quadrare i conti (e qui si inserisce il capitolo sul metodo di calcolo della pensione stessa). Il punto fermo è l’incontro fissato per il prossimo 27 gennaio fra esecutivo e sindacati sulle future pensioni.
A Verona i pensionati totali sono 181.502, secondo i dati Isat, contro i 969.476 del Veneto. Le fasce più numerose sono dai 65 ai 79 anni.
Gli artigiani, come spesso accade cadono nel dimenticatoio, e pare molto difficile creare una forma di sensibilizzazione a favore della categoria data la particolare distanza che il governo sta frapponendo tra chi lavora in forma autonoma e le altre categorie.
A parlare è Pasquale Vaia, già presidente di Casartigiani Verona, ora presidente della FNPA Provinciale – la federazione che raggruppa oltre 300 pensionati che fanno capo all’organizzazione artigiana veronese.
“Da una parte – afferma Vaia – continua il dibattito sulla cosiddetta quota 102 (pensione anticipata con 64 anni di età e 38 di contributi, ma con il calcolo interamente contributivo) di Alberto Brambilla. dall’altra, si inseriscono nuove ipotesi. Come quella del sottosegretario al Lavoro, Francesca Puglisi, che prevede la possibilità di ritirarsi a 64 anni e 35 anni di contributi senza penalizzazioni sul calcolo pensione (chi ha quote di versamenti valorizzabili con il retributivo li manterrebbe). Non solo: ci sarebbero ulteriori garanzie per le donne, che spesso hanno carriere più discontinue e di conseguenza possono fare maggiormente fatica a raggiungere i 35 anni di contributi. La proposta è quella di aggiungere un anno di contributi per ogni figlio. Ma proposte concrete di aiutare le persone anziane indigenti che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Gli aumenti sono spiccioli al limite della presa in giro. Vi sono poi altre proposte che riguardano una pensione di garanzia fino a 750 euro al mese, a integrazione di quella maturata in base ai contributi, a patto che ci siano i versamenti previsti per andare in pensione di vecchiaia (20 anni). Nel dibattito complessivo – conclude Vaia – ci auguriamo e faremo ogni sforzo perché venga messa a punto una riforma pensioni che eviti lo scalone del 2022 rendendo il sistema maggiormente coerente”.
Quota 100, infatti, consentirà fino al 31 dicembre 2021 di andare in pensione anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi, prima di aver maturato l’età per la pensione di vecchiaia destinata a chi non ha i versamenti contributivi necessari per la pensione anticipata (nel 2020, servono 42 anni e dieci mesi di contributi).