Quindici anni fa, come oggi. Chievo-Juve, stagione 2004-2005. E’ il Chievo di Beretta, che cerca punti preziosi per avvicinare la salvezza. La Juve è quella di Capello, inutile dire che lotta per lo scudetto. Zero a zero dopo un tempo, inizia il secondo. Il Chievo non abbassa la guardia, anzi. Fa le cose migliori, la Juve è in difficoltà e rischia più volte il ko. Poi succede il fattaccio. C’è una palla di Cossato per Pellissier, che si gira ed esplode un diagonale da destra, che Buffon non vede. La palla supera il portiere, sbatte contro la traversa, poi a terra. “Gol” urlano tutti. In effetti, si vede a occhio nudo, nonostante la violenza del tiro. La palla sbatte a terra, almeno 30-40 centimetri moltre la linea e poi torna in campo. Pellissier alza le braccia, tutto il Chievo scatta verso di lui, ma l’arbitro, Paparesta di Bari, non fischia. C’è un attimo di smarrimento. Paparesta guarda il segnalinee, Papi. Papi tiene giù la bandierina. Non ha visto, sembra incredibile, ma è così. Neanche Paparesta ha visto, o se ha visto non è sicuro. E se c’è la Juve di mezzo, magari, è ancora meno sicuro. Morale della favola, il gioco prosegue, le proteste del Chievo non servono a niente. La partita va avanti e indovinate un po’ come va a finire? Quando sembra 0-0 ecco un guizzo di Olivera, che infila il gol dell’1-0. La Juve conquista 3 punti preziosi, il Chievo resta a mani vuote. E con la certezza di avere subito un autentico furto. E’ uno dei casi più clamorosi degli ultimi anni. A Pellissier manca sempre uno dei suoi gol più belli…