E adesso, che succede? Il Pd s’interroga, quale strada prendere? Il sondaggio, voluto da Verona e Sinistra in Comune, ha dato indicazioni chiare. “Il centrosinistra unito può andare al ballottaggio, se il candidato fosse forte, esempio Damiano Tommasi”. Ogni altro scenario, delineato dal sondaggio (centrosinistra diviso, stile ultime elezioni, oppure un candidato diverso da Tommasi) non darebbe lo stesso risultato.
Però, c’è sempre un però, nelle cose del Pd. Che anche sulla candidatura Tommasi non ha mostrato fin qua una totale sintonia. Eppure, proprio la lezione delle ultime elezioni dovrebbe togliere qualsiasi dubbio a un partito che, al momento opportuno mostraspesso una straordinaria capacità di “farsi del male da solo”.,
Per chi avesse dubbi, basti ripensare proprio alle ultime elezioni. Quando Pd e Bertucco non trovarono totale identità di vedute e questo determinò la sconfitta di Orietta Salemi, altrimenti destinata al ballottaggio con Sboarina e (forse) ad essere eletta sindaco,. Al secondo turno, probabilmente (certo, manca la controporova), sulla Salemi potevano conflu in buona parte i voti del “gruppo Tosi”, certamente non disposti ad appoggiare Sboarina.
Invece, Sboarina battuta Patrizia Bisinella al ballottaggio, eccetera eccetera.
Cinque anni dopo, il quadro potrebbe ripetersi. Perchè Sboarina appare in metto vantaggio (il sondaggio lo dava intorno al 35%), mentre è tutto da definire il ruolo dello sfidante.
E qui si apre un’altra partita. Damiano Tommasi è tentato (ma non troppo) dall’idea di rappresentare un’alternativa. Su di lui punta molto Traguardi, il gruppo civino che fa capo a Tommaso Ferrari. Su Tommasi conta molto anche una parte di Pd, quella di Alessia Rotta e di Zardini. Meno, questo è certo, la “vecchia guardia” del partito, che sembra arroccata su posizioni diverse e potrebbe pensare, ad esempio, alle primarie. Di sicuro, Damiano Tommasi non andrebbe alle primarie, nè sarebbe intelligente un passaggio del genere. Tommasi, tra l’altro, ha già fatto capire che potrebbe pensarci seriamente se avvertisse, intorno alla sua figura, una convergenza totale. Cosa che al momento non c’è. E questi dubbi non lo spingono certo a decidere. Quello che è certo è che la figura di Tommasi allarma gli avversari e le forze che li sorreggono. In questo senso, Tommasi, forse più di Tosi,, dà l’idea di poter sparigliare le carte e creare problemi seri allo stesso Sboarina.
Perchè Tommasi potrebbe scuotere anche quella parte della città (imprenditori, uomini di cultura) oggi “in poltrona” per disaffezione verso la politica. E Tommasi potrebbe pure raccogliere voti in quell’area moderata di centro, oggi sospesa tra Sboarina e Tosi. Insomma, il Pd ha un jolly da giocare, sul quale vale la pena stringere i tempi. Perchè ogni altra soluzione, appare oggi complicata. Perdente.. Pd, è l’ora delle scelte. Non sempre l’ora migliore…