Lo stato di grazia regalato dal premio di maggioranza del “Porcellum”, come fa notare Il Mattino di Padova, sta per finire: nel 2013 il Pd ha eletto in Veneto 24 parlamentari, tre dei quali hanno deciso di ritirarsi. Sono Alessandro Naccarato, Gianpiero Dalla Zuanna e Margherita Miotto. Gli altri 21 verranno tutti inseriti nelle liste, of course, ma a Roma ne arriveranno 10 o 11 con il Pd al 22-23 per cento. «So che la battaglia nei collegi uninominali è molto dura, ma per evitare che il centrodestra li conquisti tutti e 28, i big debbono scende in campo non solo nel proporzionale. Poi vedremo di scegliere anche dei sindaci molto amati nel territorio», ha detto Alessandro Bisato, che da Roma dove è andato a discutere di liste, esclude una sua discesa in campo. Sabato l’assemblea regionale ha alzato un muro contro Marco Minniti, ministro degli Interni, mentre ha lasciato aperta la porta al ministro Carlo Calenda. “Se il Pd vuole candidare un big nazionale”, ha detto, penso che il ministro dell’Industria abbia le caratteristiche perfette per parlare alle aziende e all’università, a patto che venga eletto anche in un collegio uninominale della penisola e non sottragga un posto al Veneto”. Chiaro? Per vincere conta poi il peso delle correnti: in Veneto dei 10 probabili parlamentari Pd, 6-7 ne spettano all’area renziana che comprende anche Martina, Franceschini e Fassino; 2 all’area Orlando e 1 all’area Emiliano. Alla Camera sono in corsa Alessia Rotta, la giornalista veronese, della segreteria nazionale e Roger De Menech, deputato bellunese, entrambi renziani doc. A Verona cercano la riconferma anche Gianni Dal Moro, Diego Zardini e Vincenzo D’Arienzo. Poi ci sono i big. In cima alla lista c’è Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia per tutta la legislatura, che potrebbe però optare per il Senato. Baretta è legato a Franceschini e se dovesse optare per il Senato si rimescolerebbero tutte le carte. A Palazzo Madama sono convinti di tornare sia Giorgio Santini, relatore della legge di stabilità, sia Laura Puppato, esperta di ambiente e anche Rosanna Filippin, che ha avuto un ruolo importante nell’iter della legge Cirinnà sulle unioni civili: per ottenere 3 seggi al Senato, il Pd deve superare il 20 per cento.