C’è di tutto nella sera di Negrar. C’è spazio per il coraggio di Bubo Valbusa, “campione per non pensare al dolore di un fratello gemello, che ho perso a 15 anni”.
C’è la forza dirompente di Gabriella Dorio, “campionessa grazie all’arciprete del paese e a una nonna furba e religiosa”.
C’è la lezione di Roberto Di Donna, che “rinuncia alla quinta Olimpiade perchè c’era chi tirava meglio di me ed era giusto andasse lui”.
C’è la passione di Damiano Tommasi, che non ha mai mollato “anche se a Roma, i primi tempi, sentivo solo fischi e mi chiedevo se fossi all’altezza”.
Ci sono, soprattutto, applausi per tutti, compresi i “campioni” di casa, premiati dall’Amministrazione comunale “come simboli di dedizione e impegno”.
La sera di “Palla lunga e raccontare” scorre via così, tra aneddoti ed emozioni, con la nuova vita di Valbusa che “parla con i lupi”, con i consigli ai genitori “che ci devono essere, ma senza esagerare”. C’è, ancora, l’idea di uno sport a misura d’uomo, dove i valori ci sono “perchè questa è sempre una straordinaria lezione per la vita”.