È uno scontro quasi all’arma bianca, segno della profonda tensione di questi giorni, quello che ha luogo nel Consiglio dei ministri notturno chiamato a dare il via libera al nuovo decreto anti-Covid che entrerà in vigore il 7 gennaio. È la scuola, ancora una volta, il terreno dello scontro.
Dopo una giornata di tensione tra governo e Regioni sulla data del 7 gennaio il capodelegazione del Pd, Dario Franceschini, propone di rinviare l’apertura almeno a partire dal 15 gennaio.
Le ministre di Italia Viva non ci stanno così come la titolare dell’Istruzione Lucia Azzolina. E nel mirino del M5S, ad un certo punto, finisce anche il ministro dei Trasporti Paola De Micheli.
Scuola, verso riapertura lunedì 11 gennaio. Le Regioni strappano, poi battaglia in Consiglio dei ministri
Il decreto sulle restrizioni in vigore dal 7 al 15 gennaio – con il weekend del 9-10 «arancione» e una fascia «gialla rafforzata» negli altri giorni – era ormai pronto. Ma il Pd, al tavolo del Cdm, esprime una linea già emersa nel pomeriggio dal segretario Nicola Zingaretti: sulla scuola è necessario un rinvio. Franceschini pone il tema come una «questione politica». E la data più adeguata per riaprire le superiori in presenza (al 50%), secondo i Dem, sarebbe quella del 18.
Alla fine la mediazione cade sull’11 gennaio.
Il Cdm dà il via libera al decreto che dal 7 gennaio entrerà in vigore introducendo, tra l’altro, un Rt più rigido per la classificazione di rischio regionali.
Il Cdm ha anche deciso che per il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, sarà vietato, su tutto il territorio nazionale, spostarsi tra regioni o province autonome diverse, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Sarà comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma. Il decreto ponte sulle misure contro la pandemia da coronavirus approvato in tarda serata dal consiglio dei ministri prevede “nei giorni 9 e 10 gennaio 2021, l`applicazione, su tutto il territorio nazionale, delle misure previste per la cosiddetta “zona arancione”.
“Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia” si legge nella nota.E dopo il 15 gennaio? La suddivisione in tre zone di colore potrebbe subire delle modifiche, con la possibile introduzione di una ‘zona bianca’, in cui palestre, teatri e cinema potrebbero riaprire. Come riporta il Corriere della Sera, la proposta di una ‘zona bianca’ è stata avanzata dal ministro della Cultura, Dario Franceschini. Nelle Regioni in cui il virus circola meno potrebbero riaprire non solo i luoghi della cultura, come cinema, teatri, sale da concerto, musei, ma anche palestre e piscine. Nella zona bianca non sarebbe in vigore il coprifuoco fino alle 22.