Bellissimo l’omaggio che il Foggia ha fatto ieri a Raffaele Trentini, portiere di Soave, una vita tra i pali rossoneri. Il portiere con i baffi, come si vede nelle figurine Panini, di cui Trentini era uno dei votli più conosciuti.
L’esordio nel Foggia avvenne proprio il 3 aprile del 1969. Segnalato dal Mago di Turi Oronzo Pugliese, Trentini era il terzo portiere dietro a Moschioni e Pinotti. Il tecnico Tommaso Maestrelli lo lanciò in Coppa Italia contro il Napoli. Il numero uno rossonero parò tutto, contribuendo in maniera decisiva alla vittoria del Foggia (2-0 con doppietta di Paolo Nuti, altro ex veronese). Con il Foggia poi avrebbe svolto una strepitosa carriera culminata nel record di imbattibilità di 1001′ (Serie B 1972-1973) e due promozioni in Serie A (1970 e 1973) con Maestrelli e Toneatto in panchina.
Un grande portiere, anche se lui ha sempre minimizzato. “Son sta’ ‘n portier normale, uno dei tanti” ha sempre detto Trentini. Uno che parava senza guanti, a mani nude. Uno che parava, soprattutto. “Sì, ma son diventà famoso par el gol de Boninsegna, la rovesciata. I là fato vedar milioni de volte, così la gente si domandava, chi è quel lì, che nol para mai?”.
Cresciuto nel Verona (“…ma non c’era posto”) è stato grandissimo proprio a Foggia, tra serie A e serie B, diventando un idolo del pubblico, anche per le sue qualità umane. Al Foggia ha stabilito anche un limite di imbattibilità, 1001 minuti, ma il top l’aveva già raggiunto a Frosinone, serie C, con 1204 minuti senza gol. Insomma, un grande personaggio, di un calcio che oggi non c’è più.
Ed è bello che il Foggia, la “sua” squadra, gli abbia dedicato questo ricordo. Sono quelli come Trentini che scrivono le storie più belle. Fatte di passione, sentimenti e umanità.