Ha già fatto suonare l’allarme a inizio luglio, l’associazione Ristoratori Veneto & Ho.re.ca, raccontando «il peso delle scadenze fiscali a fronte di quanto successo dal marzo 2020 a oggi: ci sono soci che prima del Covid fatturavano 600mila euro e sono scesi del 75%ricevendo al contempo 20mila euro di ristori a fronte di 30mila euro di tasse». Dall’1 settembre, con la fine della sospensione delle procedure di riscossione, le raccomandate per le cartelle esattoriali torneranno ad arrivare. Ed è evidente come la parentesi di lavoro estiva, comunque lontana dalla normalità e caratterizzata da ulteriori cali dopo l’introduzione dell’obbligo del green pass al chiuso, non possa cancellare le perdite di fatturato registrate in un anno e mezzo. «Le tasse come mazzata finale?», si domanda l’associazione.
«Nessuno o quasi potrà essere in regola dopo 15 mesi in cui interi comparti sono stati obbligati alla chiusura, senza reddito a sostegno dei costi aziendali e delle famiglie. Oltre ai cali di fatturato di almeno il 40% affrontiamo oggi anche il problema della carenza di personale qualificato, dai cuochi ai camerieri. E intanto il 31 agosto si preparano a tornare le raccomandate dell’Agenzia per la riscossione. Ecco perché ribadiamo le richieste formulate quasi due mesi fa», spiega Alessia Brescia, portavoce dell’associazione nata a Verona nel giugno scorso con quasi 2mila attività rappresentate in tutta la regione.