Parco Natura Morta, mix di influenze Michele, Federico, Davide, Riccardo e Lorenzo spaziano dall’indie a rock al jazz

Il gruppo veronese Parco Natura Morta si è formato nel 2016 e ha rilasciatolo il suo primo omonimo EP nel 2022. Un lavoro in cui la band spazia fra vari generi, giocando con un’ampia e variegata serie di elementi stilistici.
Attualmente la band comprende Michele Donatoni (piano elettrico e voce), Federico Donatoni (basso e voce), Davide Recchia (batteria), Riccardo Merlini (trombone) e Lorenzo Marangoni (chitarra).
Che artisti e generi vi ispirano?
“Ascoltiamo un po’ di tutto. Come generi principali indie rock, pop, elettronica e jazz. Davide pure un po’ di funky/soul. Alcuni dei nostri artisti preferiti fanno generi un po’ particolari, come i Verdena. Nel progetto sono confluiti in nostri ascolti, in particolar modo di 2/3 anni fa, quando abbiamo scritto la maggior parte delle canzoni dell’EP. Però, non ci è venuto mai di rifarci a qualcuno in particolare. È stato più un grande miscuglio”.
Quale canzone del vostro repertorio vi rappresenta di più?
“Ovviamente ci rappresentano tutte. Sono diverse tra loro e magari rappresentano diversi nostri processi creativi. Se si considera il riscontro del pubblico la più rappresentativa è ‘S’è persa’. Poi c’è anche ‘Sotto / Sopra’, la prima che abbiamo scritto tutti assieme. Quando sono arrivati Riccardo e Lorenzo abbiamo lavorato subito su pezzi che c’erano già. Invece ‘Sotto / Sopra’ è stata composta dopo”.
Perché avete scelto di scrivere in italiano?
“C’è un ragionamento di Michele sotto. Prima aveva un vecchio gruppo con Davide dove facevano pezzi in inglese. Si era reso conto che, ad esempio, quando canti in inglese in un locale nessuno sostanzialmente ti capisce. L’inglese però gli piaceva di più perché musicale, semplice e diretto. Invece, poi abbiamo deciso di far capire al meglio quello che vogliamo dire. E quindi sono nati i primi pezzi in italiano. Per la prima volta abbiamo sentito qualcuno dire ‘bella quella frase …’. Quindi abbiamo capito che forse l’italiano è il modo più semplice e diretto per comunicare, per lo meno in Italia”.
Come mai avete dedicato una canzone, “Sotto / Sopra”, a Copenaghen?
“Michele ci è stato in vacanza. La canzone è nata lì. Avevamo ricevuto un giretto di trombone. Michele quella sera stessa aveva scritto 2 righe. E quindi poi è rimasto il riferimento”.
Stessa cosa per il brano “Mission Street”?
“Esatto. Riccardo era a San Francisco. Camminava lungo Mission Street quando gli è venuto in mente il giro di trombone”.
Come componete?
“Spesso c’è un’idea portata da Michele e Federico, partendo dalla musica di solito. Dopo in saletta cerchiamo di strutturare bene tutte le parti. I testi generalmente sono scritti da Michele o da Federico. Ultimamente, però, le cose sono cambiate. C’è più sintonia nel processo creativo. Nell’EP il processo creativo è stato tanto di arrangiamento anche perché 3 pezzi su 5 erano già pronti praticamente. Invece adesso tutti portano qualcosa, non solo per il loro strumento, ma anche un testo, una parte di melodia o strumentale”.
In cosa siete impegnati ora?
“Stiamo cercando di ripartire coi live. Stiamo anche scrivendo qualcosa di nuovo. Verosimilmente uscirà l’anno prossimo”.
Ci parlate un po’ dei nuovi brani?
“Saranno forse più sbarazzini e cambieranno un po’ gli strumenti. In “Parco Natura Morta” c’era tanto pianoforte, pianoforte elettrico. Le chitarre erano semplici, con distorto, pulito e un po’ di delay. Suoni tutti molto semplici. Adesso abbiamo comprato anche strumentazioni nuove, tra cui drum machine e sintetizzatori. Sicuramente cercheremo di sperimentare di più. Poi anche le tematiche stanno cambiando. Tanti pezzi dell’EP erano nati al termine di relazioni sentimentali e le relazioni erano un po’ il tema ricorrente. Ora faremo riflessioni anche su tematiche differenti’’.

Giorgia Silvestri