L’operazione “Mani pulite”, partita da Milano, era stata preceduta a Verona dall’inchiesta sulle “siepi d’oro”, condotta dal procuratore Guido Papalia e relativa alla corruzione nell’assegnazione degli appalti per il “verde” dell’autostrada Serenissima.
A quella sulle siepi d’oro, seguirono le inchieste sulle municipalizzate, su Ca’ del bue, sulla piastra di Borgo Roma, sulla cava Speziala. Fatte le debite proporzioni fra Milano e Verona, furono le inchieste di Papalia sulla tangentopoli scaligera a segnare il maggior numero di politici inquisiti: Mani pulite si abbattè sulla classe dirigente veronese con la violenza di un terremoto.
“Ogni mattina leggevo il giornale e spedivo i telegrammi di sospensione dal partito a coloro che risultavano coinvolti nelle indagini” racconterà l’ex sindaco Renato Gozzi, allora commissario della Dc veronese, allo storico Federico Bozzini nel libro “Destini incrociati”.