Paola Peretti mantovana di nascita, ma che vive da sempre in provincia di Verona, è l’autrice del libro di recentissima pubblicazione “La brigata delle cinque sorelle”, un viaggio narrativo che ha per protagonista Cecilia, donna super protetta in una famiglia composta da sole donne: la madre Urania e tre sue sorelle, tutte malate di Alzheimer, prossime alla perdita totale della memoria. Sarà la maggiore delle zie di Cecilia a confidare un segreto e un desiderio di ripercorrere all’indietro la loro storia di famiglia per andare alla ricerca di un unico zio, forse morto, nella notte della nascita nel 1945.
Cosa le ha ispirato “La brigata delle cinque sorelle”?
«Ho inventato poco e romanzato tanto. L’ispirazione principale me l’hanno fornita i racconti di mia madre e delle sue sorelle, il resto lo ha fatto un grande amore per la letteratura partigiana.»
Si rivede nella protagonista Cecilia, o qualcuno delle presenze femminili raccontate nel romanzo?
«Di me c’è molto in Cecilia. Sono stata anch’io “figlia” molto a lungo. Ma come accade a Cecilia a un certo punto bisogna uscire dal guscio e tentare di camminare sulle proprie gambe.»
Storia ambientata tra Verona e Brescia, giusto?
«La storia è ambientata tra Verona, dove Cecilia vive con la mamma e tre delle zie, e Brescia dove le sorelle, ormai anziane, sono nate e cresciute e dove ha sempre vissuto anche la più grande di loro, Euterpe.»
Le sorelle della madre di Cecilia hanno nomi non comuni. Come mai questa scelta?
«Le zie portano i nomi delle Muse: le dee delle arti nella classicità. Le Muse sono figlie di Mnemosine, non a caso, la dea della memoria.»
Ha un messaggio o una morale il suo libro?
«Volevo dare un input a chi sta cercando se stesso: “tieni stretti i ricordi e poi lasciati andare al tuo vero io.” La famiglia è una base solida a cui tornare sempre, ma per tornare bisogna prima partire.»
Lei soffre di maculopatia, giusto? Di quale malattia si tratta?
«La maculopatia è una malattia rara del tessuto retinico, che comporta la perdita progressiva della vista a partire dalla visione centrale. È una patologia che lascia il tempo di abituarsi, ma non per questo si fa sentire meno a livello di disabilità.»
É stata insegnante, animatrice, barista e giornalista freelance, prima di dedicarsi completamente alla scrittura…
«Per me l’essere lavoratrice, scrittrice e portatrice di handicap sono un tutt’uno, e non sono che alcuni degli aspetti che mi costituiscono. Ogni esperienza, fatta nel pieno delle proprie facoltà psicofisiche, aggiunge qualcosa alla nostra persona. Non mi sento in difetto nell’essere un’autrice con delle diversità, anzi, se non avessi capito che dovevo accelerare i tempi a causa della mia malattia non sarei mai uscita dal mio guscio.»
Salutiamoci con una massima che le piace dedicare ai suoi lettori?
«”Ogni amore ha il suo destino”. Venite a scoprire chi lo dice nel libro.»
LA BRIGATA DELLE CINQUE SORELLE di Paola Peretti – Rizzoli Editore – Pag. 240 – €. 18.00