Quarantacinque anni fa, il Roland Garros era…italiano. Adriano Panatta firmò infatti una delle sue imprese più belle conquistando Parigi, poco dopo aver vinto Roma. in quella che fu la sua stagione più bella.
LA SFIDA CON BORG. Nei quarti, il match più difficile, contro Bjorn Borg. Era la terza sfida parigina, iltest più complicato contro uno dei piùforti al mondo. Ne vien fuori una partita da leccarsi i baffi, con l’azzurro che domina per i primi due set, 6-3 6-3, subendo il ritorno del rivale nel terzo parziale, 6-2, prima di imporsi definitivamente al tie-break risparmiandosi i rischi di una maratona al quinto set.
IN SEMIFINALE. Per Panatta si spalancano così le porte di una terza semifinale al Roland-Garros, da giocarsi contro un maratoneta di conclamata fama ed esperienza quale Eddie Dibbs. Panatta-Dibbs, ad onor del vero, si risolve in una vera e propria esecuzione, tale è la supremazia del gioco d’attacco di Adriano che con l’inequivocabile punteggio di 6-3 6-2 6-4 si guadagna un posto in finale. Dove l’attende quell’Harald Solomon, con cui l’azzurro ha dato vita ad una semifinale controversa a Roma, quando l’americano aveva servito per il match sul 2-6 7-6 5-4 ma poi aveva abbandonato per proteste per gli errori arbitrali e le reiterate intemperanze del pubblico romano su una palla contestata.
LA FINALE. Fatto è che in campo Panatta esprime il meglio del suo meraviglioso repertorio di giocatore d’attacco, travolgendo Solomon per i primi due set, 6-1 6-4, prima di conoscere un leggero scadimento di efficacia nel terzo, appannaggio dell’americano, 6-4. Al tie-break non c’è storia, è 7-3 per Panatta, che dopo Pietrangeli (‘59 e ‘60) riporta il tricolore al Roland Garros e conquista un posto nella storia del tennis.