Mauro Ottolini, solista e band leader di riferimento del jazz italiano, sarà il protagonista di un nuovo appuntamento della rassegna Musica in Littorina a Salionze di Valeggio sul Mincio (VR). Giovedì 14 luglio presso la Littorina del Mincio (alle ore 21:30) Ottolini eseguirà il pluripremiato e fantasmagorico progetto “Bix Factor” con i suoi Sousaphonix, orchestra di jazz futuristico e vintage al contempo. Oltre al leader Ottolini (trombone) ne fanno parte Vanessa Tagliabue Yorke (voce), Stephanie Ocean Ghizzoni (voce, riti voodoo), Vincenzo Vasi (voce, theremin, strumenti giocattolo), Stefano Menato (sax tenore, clarinetto), Guido Bombardieri (clarinetto, sax alto), Paolo Botti (viola, dobro, banjo), Enrico Terragnoli (banjo, chitarra, podofono), Giulio Corini (contrabbasso) e Zeno De Rossi (batteria). L’ingresso è libero, con obbligo di prenotazione dei tavoli per la cena a menù. Musica in Littorina, organizzata da Garda South Cycling con il patrocinio del Comune di Valeggio sul Mincio, si impegna inoltre a sostenere la Mensa San Bernardino di Verona destinandole una parte del ricavato della rassegna.
Mauro Ottolini è il leader di alcune delle più sorprendenti formazioni della musica creativa italiana: gli Smashing Triad(s), i Lato Latino, l’orchestra Ottovolante. Ma sono gli immaginifici Sousaphonix ad aver contribuito più di ogni altro gruppo alla sua fama. Con questa band dall’organico ampio e variabile, che rivela al massimo grado il suo amore per il jazz antico e contemporaneo, sorvolando piuttosto l’era di mezzo del bop, Ottolini è stato meritatamente travolto dal successo, vincendo anche il Top Jazz nel 2012. E nel corso degli anni ha sfornato dischi memorabili (The Sky Above Braddock, Bix Factor, Musica per una società senza pensieri) e dato vita a numerosi programmi musicali, come l’omaggio alle canzoni di Luigi Tenco, nato su richiesta proprio del Club Tenco, e le notevoli sonorizzazioni dal vivo dei film Seven Chances di Buster Keaton e Inferno di Francesco Bertolini. “Bix Factor” è un viaggio nel tempo, un rito propiziatorio che fa risorgere un’intera epoca, quella in cui si incrociavano i destini di Bix Beiderbecke, Igor Stravinskij, Duke Ellington, Louis Armstrong, Hoagy Carmichael, Charlie Chaplin. Ma l’operazione di Ottolini non è nostalgica: è invece fantasiosa e immaginifica. Una sorta di festa sonora dove la storia, tra il reale e l’immaginario, va incontro a improvvisi cortocircuiti che solo uno spirito postmoderno può immaginare. Dietro la fantasmagoria di “Bix Factor” c’è una conoscenza profonda della storia del jazz, che in quanto tale non è mai revival, ma reinvenzione libera ed esuberante, teatrale e magica: una sorta di rito collettivo che riassume le genialità, le tensioni, gli accidenti creativi del Novecento.
Nato a Bussolengo (VR) nel 1972, Ottolini abbandona il suo posto nell’orchestra dell’Arena di Verona, per darsi alla vita girovaga del jazzista. Suona con Frank Lacy, Trilok Gurtu, Kenny Wheeler, Han Bennink, Carla Bley, Steve Swallow, Tony Scott, Maria Schneider, Franco D’Andrea, Enrico Rava e si ritaglia un posto al fianco dei big della canzone italiana, anche come arrangiatore (Negramaro, Lucio Dalla, Antonella Ruggiero, Vinicio Capossela, Malika Ayane, Raphael Gualazzi ma anche Luciano Pavarotti e Amii Stewart).