Sandra Manzella è un’insegnante, membro attivo di Agorà delle Religioni di Mantova ed è impegnata nel dialogo interreligioso. L’abbiamo incontrata per farci raccontare del suo ultimo lavoro editoriale, dal titolo Orizzonti
in Verticale, a cura di Casa Nuvolari edizioni, che ci regala uno spaccato letterario di assoluto spessore tra le infinite varietà della vita, quando regala suggestioni e idee da trasformare in progetti da portare al compimento con intraprendenza e determinazione. Il libro è una raccolta di racconti dove i protagonisti custodiscono nel cuore un proprio personale orizzonte, una sorta di perimetro che può diventare un limite e un conflitto, un obiettivo da raggiungere o da oltrepassare per non restarne intrappolati. Si spazia dall’Africa al Vicino Oriente, ma lasciamo la parola all’autrice di presentarci l’opera.
«Orizzonti in Verticale è un’espressione che richiama un ossimoro. Metaforicamente, raggiungere il proprio orizzonte significa arrivare a un punto importante del proprio percorso di vita. L’orizzonte ci interpella, ci spinge ad agire, è come una calamita irresistibile che attrae. Accade, però che, una volta raggiunto, scopriamo che non è ciò che stavamo cercando, e allora ricomincia il viaggio, che sia l’attraversare foreste, deserti, mari, o il superamento di una difficoltà, un’amicizia ritrovata, una situazione da riconsiderare. Certamente, il viaggio è anche una metafora sulla ricerca del senso della propria vita. Ci rimettiamo in gioco, e questo costa fatica: ecco perché il percorso è ‘in verticale’, a simboleggiare le difficoltà.»
Com’è strutturata l’opera?
«Io vengo dalla saggistica: ho pubblicato il reportage di viaggio “Gerusalemme, viaggio al centro del mondo” (Ed. Unicopli, 2018) e L’Oasi delle Rose, il lebbrosario del Cairo (Dehoniane, 2020). Scrivere di narrativa è completamente diverso, e posso dire che si è trattato di una sfida. Nel libro ci sono 15 racconti, divisi in due parti: “Terre nel sole”, con ambientazioni esotiche (dall’Uganda alla Somalia, dal Cairo al Sinai…) e “Diagonali”, in cui gioco con diversi punti di vista. Siamo sicuri che la matrigna di Cenerentola sia la cattiva della storia? Non potrebbe essere proprio la figliastra, adolescente ribelle alle regole e alle convenzioni sociali? Non mancano tre racconti storici, uno ambientato nell’antica Grecia, uno a Shivta, città nabatea sulla Via dell’Incenso e un altro nel deserto del Sinai, al monastero di Santa Caterina: tramite il diario dello studioso Konstantin Tischendorf, ho ricostruito la scoperta del famoso Codex Sinaiticus.»
Perché ha scritto Orizzonti in Verticale?
«Ho voluto mettermi in ascolto di tante persone: molti protagonisti dei miei racconti sono persone vere, reali, che mi hanno lasciato i loro nomi, o mi hanno dato ispirazione a raccogliere vicende che, altrimenti, sarebbero state dimenticate.»
Salutiamoci invogliando i lettori a leggere il suo ultimo libro, edito da Oligo edizioni.
«Il libro ha un forte legame con un progetto di beneficenza, attuato sin dal mio primo scritto: i miei diritti d’autore, insieme ad eventuali offerte, vanno direttamente al lebbrosario del Cairo, Abu Zaabal, per alleviare le sofferenze di una malattia devastante che, ancora oggi, miete vittime, tra cui anche bambini. I soldi vengono rendicontati per l’acquisto di medicinali, bende, finanziamento di operazioni, e questo grazie alla missionarie elisabettine che operano con assoluta dedizione agli Ultimi.»
Gianfranco Iovino