Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali: quale futuro? In occasione dell’Assemblea Nazionale dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali emerge la preoccupazione per i vigneti attaccati dalla Peronospora.

Si è riunita oggi, giovedì 11 luglio, l’Assemblea Nazionale dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali a Villa Giusti nel contesto dei Giardini Giusti, celebre esempio di storia green e architettura verde del nostro territorio.

Ambiente, agricoltura, viticoltura, zootecnia e selvicoltura: decine di esperti a Verona per discutere di territorio, futuro e sostenibilità.

Ordine degli agronomi: quale futuro per l’agricoltura?

L’appuntamento scaligero è il secondo del 2024, dopo Napoli, e segna un passo importante verso la creazione di un’assemblea itinerante con l’obiettivo di tessere una rete capillare di confronto e collaborazione. In quest’occasione, l’assemblea ha dato avvio alle celebrazioni dell’anniversario dei 100 anni dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, che culmineranno a Roma il 28 novembre 2024.

“Dopo Napoli abbiamo scelto Verona perché sede fieristica di riferimento del settore agricolo, zootecnico e vitivinicolo – commenta Mauro Uniformi, presidente Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali -.

È terra di eccellenze viti-vinicole, nonché sede universitaria in cui i futuri agronomi si stanno laureando in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche. Qui stiamo stringendo legami tra la vita ordinistica e l’azione quotidiana della categoria a supporto al settore primario, in un naturale continuum tra sviluppo dell’attività professionale e formazione”.

Hanno preso parte all’evento Barbara Bissoli, vicesindaca di Verona con delega alla Pianificazione territoriale, Urbanistica, Beni culturali e paesaggio; Diego Begalli, prorettore vicario dell’Università degli Studi di Verona e docente di Economia Agraria; Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore Agrario.

Il programma

Programma fitto quello della giornata di ieri che ha visto circa 80 esperti da tutta Italia ragionare su diversi temi, sia di carattere ordinistico e organizzativo, sia di relazione pratica con eventi, fenomeni e criticità strettamente territoriali.

Tra queste, il presidente Nazionale Mauro Uniformi si è confrontato con il presidente dell’Ordine di Verona, Lorenzo Tosisulla questione della vite che negli ultimi mesi sta facendo preoccupare i viticoltori.

I commenti

“Dall’inizio dell’anno i vigneti nel territorio veronese sono stati presi di mira da una temibile malattia fungina, la Peronospora – ha fatto chiarezza Lorenzo Tosi, presidente dell’Ordine dottori agronomi e dei dottori forestali di Verona -.

Interessa tutte le parti verdi della pianta, in particolare le foglie e i grappoli nelle loro diverse fasi di sviluppo. Le misure messe in atto per la difesa della pianta sono state minate dalle continue piogge e dal tempo altalenante che hanno drasticamente ridotto l’efficacia degli interventi effettuati. Ora bisognerà ragionare su come procedere nella seconda parte dell’anno per evitare ulteriore sviluppo di infezioni e salvaguardare la raccolta. Situazioni come quella di quest’anno evidenziano come fare agricoltura richieda sempre più competenze e conoscenze specialistiche e tecnologie innovative”.

“Oramai da anni, e anche in questa assemblea l’abbiamo confermato, l’impegno degli Ordini è quello di traghettare il mondo agricolo, di cui il vino è parte, verso un futuro sostenibile, ecologico ma anche economico- commenta Mauro Uniformi, presidente Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali –.

L’unico modo di coniugare queste due esigenze, affrontando la sfida dei cambiamenti climatici e delle nuove malattie di importazione, servono competenze specialistiche di alto profilo applicate dal momento della scelta dell’impianto fino alla cantina. Solo con un vigneto ben progettato fin dall’analisi del suolo, con una cura della pianta e tecniche di gestione agronomiche puntuali durante l’intero arco di vita è possibile limitare l’impiego di fertilizzanti e fitofarmaci allo stretto necessario, monitorando le malattie e scegliendo la singola molecola chimica che occorre per interventi mirati e di precisione”.