“La Regione Veneto ha lanciato il sasso ma ora ha tirato indietro la mano. Aveva promesso al territorio della provincia di Verona di aprire due strutture in cui ospitare i pazienti post covid, a Isola della Scala e a Zevio. Ricordiamo gli show dei due sindaci che avevano annunciato 13 marzo 2020 la riapertura, seppur per l’emergenza di due reparti. La Protezione civile ha lavorato per sistemare gli spazi e gli impianti per rendere un po’ più sicure le due strutture”. Così si esprime il consigliere regionale dei Cinque Stelle Brusco.
“E ora? Zaia dice che non servono più? Che servizio abbiamo dato ai pazienti covid?
Noi del Movimento 5 Stelle il 14 aprile avevamo proposto gli alberghi per le quarantene con spese a carico della Regione visto che le abitazioni risultano essere luoghi dove il virus si diffonde con facilità, ma Zaia non ha attivato nemmeno questo servizio sanitario, richiesto da ben 24 sindaci della Provincia”, prosegue Brusco.
“Aprire le due strutture è la cosa più sensata perché per persone autosufficienti da tenere solo in quarantena: non serve personale di assistenza e si potrebbero benissimo usare gli spazi dell’ospedale, con minime sistemazioni di messa a norma.
Ricordo che in quegli ospedali sono tutt’ora attivi gli ambulatori e i centri prelievi. Si dovrebbero quindi chiudere anche questi servizi? Nel suo programma Zaia non prevedeva la chiusura di nessuno dei 68 ospedali veneti, ora per Zevio e Isola si parla invece di chiusura definitiva, privando – tra l’altro – la pianura veronese di un potenziale, importante servizio sanitario, laddove ancora si attende la riapertura del punto di primo intervento di Bovolone, chiuso ad inizio emergenza e non ancora riaperto”. Anche Brusco, dunque mette nel mirino Zevio e Isola della Scala.