Le bocce sono finalmente ferme. Tutto è al loro posto. La conferenza stampa di Sean Sogliano ha messo la parola fine allo sconvolgimento che ha cambiato il volto del Verona. Il mercato è definitivamente alle spalle, con le sue polemiche, le sue lunghe ombre. Ora resta solo il campo. Bisogna a porre la barra sul calcio giocato e meno sulle questioni societarie.
Vi è da difendere un patrimonio chiamato serie A e da raggiungere una salvezza che si annuncia tortuoso, difficile ma non impossibile. Il Verona, lo ha detto anche Sogliano, ha dato segnali importanti.
E’ vivo e vegeto. Ma deve cambiare marcia, cominciare a mettere qualche punto in una classifica non disastrosa ma che non permette ulteriori passi falsi. Febbraio corto e maledetto è un bel banco di prova per la truppa gialloblù. Dopo la sfida ai campioni d’Italia del Napoli in rapida successione ci sono le trasferte a Monza e a Bologna, inframezzate dal confronto al Bentegodi con la Juventus.
E in Brianza l’Hellas deve dimostrare di aver imparato la lezione. Nelle ultime gare giocate in trasferta, nonostante le tanti pressioni esterne con giocatori in lista di partenza, i gialloblù hanno fornito due prove incoraggianti.
A Roma l’ennesimo rigore fallito e calciato proprio da Djuric che sarà domenica avversario degli scaligeri, non ha permesso al Verona di tornare a casa con almeno un punto.
E sono state tante le recriminazioni del dopo match del Maradona con il Verona che ha cullato, brevemente, il sogno del colpaccio e che si è visto sfilare il punto, meritatamente guadagnato, da una prodezza nel finale firmata Kvaratskhelia.
Ora la musica deve cambiare. Il Verona tutto sommato piacevole visto all’opera sia all’Olimpico che in Campania e nei primi 45’ della sfida interna del Bentegodi con il Frosinone, deve cedere il passo ad una squadra meno bella ma più pragmatica. Per farlo dovrà, innanzi tutto, chiudere a doppia mandata la propria porta.
Il Verona non subisce gol dalla gara interna con il Cagliari giocata lo scorso anno, il 23 dicembre. Da lì in poi l’Hellas ha sempre finito con la propria porta battuta dagli avversari.
A Monza è, indispensabile, questo aspetto anche perché i brianzoli non vantano quello che può essere definito un attacco mitraglia: in 23 partite sinora giocate la squadra di Palladino ha all’attivo 21 reti, gli stessi messi a referto dai gialloblù. Si va all’antica, pertanto.
Primo obiettivo non prendere gol e poi cercare magare di sfruttare al meglio quelle palle inattive che a Napoli, ad esempio, hanno portato alla rete della momentanea illusione siglata da Coppola.
Si può girarla come si vuole ma è indispensabile uscire dal Brianteo con almeno un punto in saccoccia. Perché all’orizzonte il Verona è atteso da due gare toste, Juventus e Bologna. A Monza non è più possibile sbagliare.
Bisogna essere pratici e anche meno belli. Ma, dannatamente, concreti.
Mauro Baroncini