Ora il settore edile cerca la ripartenza Falsirollo: “Va resa efficiente la macchina amministrativa”. Furlani: “Concretezza”

Ridurre l’onerosità correlata al rilascio di un titolo abitativo, snellire procedure e adempimenti burocratici per le pratiche edilizie, concentrare le verifiche dei Comuni sugli interventi rilevanti e, a campione, su quelli minori. Sono queste i punti basilari di un nuovo intervento legislativo che il gruppo tecnico congiunto dell’Ordine degli Ingegneri e del Collegio Geometri di Verona, chiede alla Regione Veneto. Lo scopo è contribuire a rimettere in moto l’economia del settore edilizio mettendo in campo una serie di proposte attuabili in breve tempo, anche in ambito regionale oltre che locale. L’emergenza sanitaria, che sta determinando una profonda crisi economica anche nel comparto dell’edilizia, pone in capo alle istituzioni nazionali, e soprattutto a livello regionale e locale, la necessità di avere idee chiare, assumere decisioni concrete ed immediate per meglio gestire questa difficile e complicata situazione ed essere quindi concretamente di aiuto alla collettività. Risulta necessario innanzitutto stimolare nuovamente e, nel contempo, incentivare l’attività del settore a tutti i livelli. Questo è possibile agevolando gli interventi edilizi mediante precise azioni e disposizioni, anche con la promulgazione di nuove, appropriate e coraggiose norme, che prevedano almeno questi tre principali obiettivi: ridurre l’onerosità correlata al rilascio di un titolo abilitativo per intervento edilizio; snellire e velocizzare le procedure e gli adempimenti burocratici delle pratiche edilizie in modo da permettere in tempi brevi, se non immediati, l’esecuzione dei lavori; in correlazione a quanto sopra, in questo momento straordinario, orientare la Pubblica Amministrazione comunale a concentrare l’utilizzo delle risorse umane a disposizione degli uffici tecnici (magari oggi con organico in difficoltà) sulle pratiche edilizie prioritarie o che riguardano interventi edilizi di una certa rilevanza ed impatto edilizio-urbanistico e di investimento e, quindi, svolgere una ridotta attività di verifica (magari a campione) per quanto riguarda gli interventi “minori” come quelli di manutenzione straordinaria, di restauro e di ristrutturazione leggera. “Appare opportuno – chiarisce Fiorenzo Furlani, presidente del Collegio Geometri di Verona – un immediato intervento legislativo da parte della Regione, istituzione che può e deve provvedere con urgenza, dato che conosce bene la realtà della filiera edilizia veneta e vive quotidianamente le particolari esigenze e le difficoltà socio-economiche del momento. Oggi sono necessarie poche, mirate, incisive e chiare nuove disposizioni legislative che, per essere efficaci, devono giungere in tempi brevi. Ci vuole coraggio per fare scelte adeguate in questo momento particolare; decisioni che determinino una tangibile ripresa della “circolazione” del denaro. La Regione, con un suo “veloce” provvedimento legislativo, può per davvero risultare d’aiuto, contribuendo concretamente ed in modo propositivo alle sorti della vita socio-economica del territorio veneto, soprattutto in questo momento di crisi economica in cui l’edilizia è veramente in sofferenza. È quindi importante cogliere le esigenze e le necessità di questo periodo storico e ritenere applicabile ciò che risulta coerente con lo stesso, senza timori, chiusure preconcette ed ideologiche, senza particolari paure, resistenze od opposizioni di principio”.
“In sostanza – sottolinea Andrea Falsirollo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia – quello che si vuole fare è rendere efficiente tutta la macchina amministrativa. Per prima cosa suggerendo alle amministrazioni delle priorità nei controlli amministrativi per permettere di concentrarsi sugli interventi strategici e, parallelamente, rendere più efficiente anche il rilascio delle autorizzazioni senza modificare il quadro della pianificazione normativa esistente, evitando doppi passaggi e pesando i permessi. Questo perché fra qualche mese ci sarà una evidente diminuzione del lavoro dovuto al periodo di quarantena, senza tener conto che ci sarà anche un evidente calo del mercato”.