Adrien Tameze in grande spolvero. Due gol di fila, quattro in totale: nel tabellino della Capitale, a Barak è succeduto il centrocampista, camerunese di Lille. Classe ’94, portato in Italia dall’Atalanta, Tameze ha trovato a Verona la piazza in cui mostrare il proprio talento. Seconda stagione da titolare fisso, se sarà l’ultima lo dirà il mercato: il Napoli è interessato, Giuntoli, d.s. partenopeo, ci aveva provato già prima di chiudere per Anguissa, è più che probabile che torni alla carica prima dell’estate. Così Tameze potrebbe essere un altro Wcolpaccio”di Tony D’Amico che l’ha ripescato dal Nizza, dopo la parentesi all’Atalanta.
“Penso che questa sia la storia più dolorosa della mia carriera” ha detto nei giorni scorsi Tameze, che era stato a Bergamo, senza sfondare. “L’opzione di acquisto si attivava automaticamente se avessi giocato metà delle partite tra la fine di gennaio e la fine di maggio. Quindi dovevo arrivare a 13 partite giocate. E ne ho fatte 12… Il 13° match avrebbe potuto essere l’ultimo del campionato, che era ripreso dopo l’interruzione legata al Covid. Era in casa contro l’Inter all’inizio di agosto. Ricordo che l’allenatore mi chiese se mi piaceva il club, come mi sentivo, ecc. Io, ho sempre detto che stavo bene, che ero felice. Mi aspettavo di entrare in campo contro l’Inter. Nei giorni precedenti c’erano state chiamate tra me e il Nizza e tra il Nizza e Atalanta. Ho sempre avuto rapporti complicati con la dirigenza e penso, non ne sono sicuro, che la chiamata non sia andata molto bene neanche con l’Atalanta. Poi arriva la partita contro l’Inter. A fine partita deve uscire il Papu e l’allenatore mette Jacopo Da Riva, un ragazzino che non aveva mai giocato. Allora ho capito che l’Atalanta non aveva intenzione di riscattarmi, non so se per problemi col Nizza o altro. So che l’Atalanta aveva già chiesto una proroga del prestito per poter finire il campionato terminato ad inizio agosto 2020 a causa del Covid. Il Nizza ha avuto difficoltà ad accettare ma ha finito per farlo. In ogni caso, rientrai al Nizza, ma per fortuna, ecco la chiamata del Verona, che mi ha riportato in Italia. E adesso sto vivendo questo bellissimo periodo. Rivincite? No, nessuna rivincita. Penso solo al Verona. Il resto è acqua passata”.