Ora Federsolidarietà guarda ai giovani Un processo di innovazione per rispondere alle sfide sociali del territorio veronese

Un processo di innovazione per rispondere alle nuove sfide sociali chieste dal territorio veronese. Con questo obbiettivo Federsolidarietà ha chiamato a raccolta gli enti del Terzo Settore per condividere stimoli, prospettive e idee che vadano ad intercettare in modo propositivo e attivo i bisogni espressi dal tessuto sociale di Verona. L’ottica non può essere che quella della cooperazione, che vede la partecipazione di diversi soggetti ma non esclude, in prospettiva, il dialogo e la collaborazione col mondo del profit. All’incontro hanno partecipato il presidente Nazionale di Federsolidarietà Stefano Gra­nata, la presidente di Feder­solidarietà Verona Erica Dal Degan, il direttore dei Servizi Sociali del Comune di Verona Raffaele Grottola, l’assessore ai Servizi Sociali Stefano Bertacco, Flaviano Zan­donai e Anna Voltolini del Gruppo Cooperativo CGM. I temi cruciali dell’incontro – come sottolineato da Zandonai – hanno riguardato il cambiamento profondo della società moderna e come implementare, all’interno di essa, un modello di sviluppo cooperativo adeguato, con una modalità di approccio condivisa su queste tematiche. Per Federsolidarietà la risposta è chiara e passa da un’innovazione sociale che attivi le nuove generazioni desiderose di mettersi in gioco. “Guardiamo in direzione dei giovani – ha ribadito il Presidente Nazionale di Federsolidarietà Stefano Granata – per recuperare identità, linguaggio e credibilità verso la comunità. È necessario cambiare radicalmente le modalità con cui gli enti del Terzo Settore si rivolgono alla popolazione giovanile, e scardinare il disinteresse e la demotivazione”. “Verona ha innumerevoli necessità – ha evidenziato la presidente di Federsolidarietà Verona Erica Dal Degan – a partire dai minori (sia dal punto di vista psichiatrico che delle nuove marginalità) alla violenza di genere, agli anziani e tutta l’area grigia. Ma è essenziale agire collettivamente e non più come singoli. Il problema – ha affermato – è che gli enti non riescono a connettersi, a collaborare e ad interagire con l’esterno”. “L’innovazione so­ciale può produrre per Verona un valore notevole, ma bisogna condividere un piano comune per poterne sfruttare il potenziale”, le ha fatto eco Grottola. Le cooperative hanno messo in campo enormi sforzi per lavorare insieme, ma c’è ancora tanta strada da fare e, com’è emerso, il lavoro in rete è la risposta: l’essere compagni di viaggio solidali nell’affrontare sfide comuni per arrivare ad un reale cambiamento.