Dice che parla poco, “perchè la gente ha altro da fare che ascoltare il sottoscritto”. Mai stato uno che parla tanto, Campedelli. Lo fa adesso, in questa sosta forzata, “chiuso per Covid” verrebbe da dire. Lo fa, probabilmente, perchè dopo un po’, gli è tornata la voglia di crederci, “anche se – tiene a dire – il campionato è appena iniziato”. Quello che è certo, è che il Chievo è vivo, come piace a Campedelli che non ha mai chiesto miracoli ai suoi, “ma solo che onorino la maglia che indossano, sempre e comunque”. Racconta che gli piace “questo gruppo, giovani che hanno voglia di arrivare e qualche meno giovane di qualità. C’è un bel mix, s’è ricreato un bel clima e molto del merito va ad Aglietti, uno di buon senso, il che non è sempre scontato nel mondo del calcio”.
Luca Campedelli ritrova un po’ la parola, anche questo dev’essere un segnale positivo. “La squadra è partita bene, ma deve migliorare se vuole fare quel passo avanti per essere considerata alla pari delle favorite. Ci sono altre squadre che hanno i favori del pronostico, mentre noi viaggiamo a fari spenti. – continua Campedelli – La Serie A è un volano unico per la visibilità e l’immagine di un club e anche per l’aspetto economico. Una vetrina senza paragoni e quindi è importantissimo per il Chievo tornarci in futuro, ma sempre arrivandoci per gradi. Guardate il Perugia, era partito l’anno scorso per andare in A e poi è finito in serie C”.
Insomma, il presidente non nega di pensare alla A, “ma ci dobbiamo arrivare quando saremo maturi, senza fare passi troppo lunghi”, com’è sempre stato nella filosofia del Chievo.
Filosofia nella quale s’è inserito alla grande il centrocampista Luca Palmiero: “L’impatto è stato positivo con tutti. Sono arrivato e dopo tre giorni c’era la partita di Pescara. Sensazioni subito buone. Il merito va suddiviso tra tutti quanti. La squadra mi ha accolto bene, mi ha fatto sentire a mio agio. Merito dei compagni e merito del mister che mi ha buttato subito nella mischia, spiega l’ex napoletano, uno che sa quello che vuole. “Io per caratteristiche, pur nella mia breve carriera, ho sempre cercato di giocare palla in avanti. È il mio modo di pensare il calcio. Poi penso senz’altro di poter fare di più di quello che ho fatto in questo inizio di stagione. Sono passate sette partite, la condizione ormai è ottimale. In assoluto vorrei migliorare sotto il profilo della personalità, del temperamento. E vorrei diventare più decisivo in zona gol. Segnando ma anche offrendo assist”.
Quanto al pronostico: ”Chi andrà in A? Le mie favorite sono Empoli, Spal, Lecce, Monza… Quelle che hanno speso di più. Poi ogni anno salta fuori la sorpresa e mi auguro che stavolta lo sia il Chievo. Dipenderà soprattutto da noi e dalla nostra capacità di mantenere la necessaria continuità di risultati”.
Quando gli viene chiesto chi sia il suo idolo: “Daniele De Rossi. Mi piace e mi è sempre piaciuto tanto per la carriera che ha fatto, per il carisma, per il fatto che ha saputo diventare una bandiera della sua squadra”.