La Clivense vola in serie D. La società che ha raccolto l’eredità del Chievo si affaccia dopo due sole stagioni al calcio che conta. D sta ancora per dilettanti ma l’ambizione dichiarata e sbandierata è quella di condurre nuovamente una squadra, con alle sue spalle il luminoso passato del Chievo, nei professionisti. La volontà l’ha ribadita già al termine della gara che è valsa alla Clivense la promozione in D il presidente Sergio Pellissier, capitano di lungo corso di quell’undici ammirato e apprezzato in lungo e in largo per la Penisola. “Vogliamo allestire per la prossima stagione una formazione competitiva che possa ambire ai professionisti. Non sarà facile, ma abbiamo ambizioni. C’è poi la questione del marchio Chievo. Credo che andrà all’asta e ci sarà qualcuno che farà un’offerta per acquistarlo. La mia volontà e quella della Clivense è che quel marchio vada nelle mani di chi sta cercando di riportare il Chievo ai fasti del passato e non di chi l’ha portato al fallimento”. Parole senza sottintesi. Chiare e precise. Il muro contro muro tra Pellissier e l’ex presidente del Chievo Luca Campedelli è risaputo. La volontà, di entrambi, di mettersi il bastone tra le ruote è evidente. E le polemiche che accompagnano la Clivense sono ormai all’ordine del giorno. La società nata dalla volontà di due bandiere del Chievo come Pellissier ed Enzo Zanin rappresenta di per sè una novità assoluta. Un sodalizio frutto dell’azionariato popolare, una squadra composta di soci-tifosi. Fondamentali per permettere alla Clivense il salto in D, un torneo economicamente importante visto che dalla Lega non arriva nemmeno un euro di contributo. Le polemiche hanno accompagnato anche la stagione dei ragazzi di mister Allegretti, tecnico della Clivense, con la partita giocata e ripetuta contro i padovani dell’Academy Plateola che ha di fatto monopolizzato tutto il campionato. Una Clivense che si gode ora una promozione importante nella speranza magari in estate di potersi nuovamente appuntare il nome Chievo e raccogliere l’eredità di una società certamente cara alla famiglia Campedelli ma che vanta una lunga storia essendo stata fondata nel 1929. Da una parte la bella novità dell’azionariato popolare, con la società nata grazie al crowdfunding, dall’altra il braccio di ferro con l’ex presidente Campedelli e sul campo le tante invidie che una squadra che ha beneficiato di una corsia privilegiata, dalla promozione in Terza si è passati direttamente all’Eccellenza, ha provocato. Il Chievo, o chi ne ha raccolto l’eredità ossia la Clivense, continua in qualche modo a far notizia.
Mauro Baroncini