“Verona non va associata alla mafia”
“Miglioranzi? Per come lo conosciamo riesce difficile credere in un suo coinvolgimento con la criminalità organizzata. Gli auguro di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti e ai reati contestati”. Taglia corto il deputato, e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia oltre che presidente del consiglio comunale di Verona, Ciro Maschio, all’indomani della clamorosa operazione denominata “Isola scaligera”, che ha portato in carcere una ventina di persone e spedito ai domiciliari l’ex presidente di Amia Andrea Miglioranzi. “Gli auguro – ha aggiunto Maschio – di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti e ai reati contestati. In ogni caso ai sensi dello Statuto Miglioranzi è stato immediatamente sospeso dal Movimento”. Ma non si è fermato qui aggiungendo un dato politico. “Inoltre ricordo che le indagini – che nessuno poteva conoscere – si riferiscono a fatti 2018 mentre lui è entrato in Fdi nel 2019. Quindi Fratelli d’Italia non ha niente a che fare con tutto questo e nessuno si azzardi a provare a gettare fango sul nostro Movimento, che da sempre ha nel proprio Dna la legalità e la lotta senza tregua alla mafia, o ne risponderà in ogni sede. Come Deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia e come Presidente del Consiglio comunale di Verona esprimo ringraziamento alla Dda e alle Forze dell’Ordine per il lavoro svolto nell’operazione Isola Scaligera. Un risultato importante nella lotta alla criminalità organizzata. La pericolosità delle infiltrazioni mafiose nel territorio veneto è evidente e dobbiamo combatterla senza mai abbassare la guardia, nel territorio e nella pubblica amministrazione”.
EVITARE INFILTRAZIONI
Sui risvolti politici della clamorosa operazione è intervenuto anche il sindaco: “La giustizia- ha detto Sboarina – deve fare il suo corso e accertare le responsabilità. La nostra città non può essere associata a attività illecite, tantomeno di stampo mafioso. Ho sempre detto, senza mezzi termini, che le mafie di qualsiasi tipo mi fanno orrore, a maggior ragione se hanno a che fare con amministratori pubblici. A Verona stiamo lavorando per erigere muri invalicabili alle infiltrazioni, proprio pochi giorni fa con il prefetto abbiamo lanciato l’allarme perché l’attuale crisi economica può essere terreno fertile. Dobbiamo fare di tutto per evitare nuove infiltrazioni, ma devono essere estirpate anche quelle vecchie”.
STAGIONE TORBIDA
Il movimento civico traguardi resta garantista, ma dice che al di là delle singole persone c’è una cappa pesante che da anni schiaccia Verona. “Se gli apparati dello Stato – in primis la Prefettura – sono sempre stati vigili, si legge in una nota, è la città nel suo complesso che deve aprire gli occhi, per liberarsi da una presenza che negli ultimi anni è penetrata con sempre maggiore violenza nel nostro tessuto economico, sociale e politico. Ammettere la presenza della criminalità organizzata a Verona non è un segno di debolezza, ma il primo passo per permettere alla città di reagire, doppiamente urgente in un momento come questo, con la crisi economica che rende la malavita ancora più forte, grazie alla grande disponibilità di denaro, e decisa a infiltrarsi nel nostro territorio. Non possiamo accettare nemmeno il sospetto di torbide vicinanze tra la ‘ndrangheta e parti della nostra pubblica amministrazione pubblica, Verona reagisca subito con una massiccia operazione di trasparenza per ridare ai cittadini fiducia nelle istituzioni, partendo proprio dalle aziende partecipate, dove spesso si annidano clientelismi e opacità di ogni genere. Traguardi lo ha ripetuto dal giorno del suo ingresso in Consiglio Comunale, ma da oggi lo farà con vigore ancora maggiore”.
LEGAMI CON LA POLITICA
“La maxi operazione anti Ndrangheta a Verona certifica, ancora una volta, la presenza ormai radicata della criminalità organizzata anche in Veneto. Purtroppo non ci sorprende visto che lo denunciamo da tempo, a differenza di chi si ostina a dire, con voce sempre più flebile, che al Nord la mafia non esiste. Come se avessimo degli anticorpi speciali”. Così Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico commenta l’indagine”.
Tacchella: “Brutta ferita per l’azienda”
Il presidente di Amia ha convocato il consiglio d’amministrazione per martedì
“Massima collaborazione con la Procura, con la quale vi è sempre stata fin dall’inizio del nostro mandato la totale disponibilità nel segno della più assoluta trasparenza. Martedì sarà convocata una seduta del Consiglio di amministrazione per discutere dell’assegnazione temporanee delle deleghe attualmente in carico al direttore generale. Mentre le indagini faranno il loro corso Amia continuerà il suo operato e le sue attività con grande impegno ed operatività”.
Così i componenti dell’attuale Cda di Amia, presieduto da Bruno Tacchella, intervengono in una nota sulle indagini che in queste ore hanno riguardato la società di via Avesani. “Proprio la settimana scorsa abbiamo presentato il bilancio aziendale del 2019 con un utile di oltre 1 milione di euro interamente destinato a copertura parziale delle perdite pregresse ereditate dal precedente management. Un risultato frutto di una attenta politica di risanamento, di ottimizzazione dei costi aziendali, di un importante ridimensionamento delle spese di sponsorizzazione e consulenze, di una vantaggiosa rinegoziazione dei contratti commerciali e dell’adeguamento del Piano Finanziario con il Comune di Verona. Fin dall’insediamento del nostro mandato abbiamo attuato una rivisitazione gestionale a 360 gradi che, nonostante le difficoltà e le criticità legate al settore dei rifiuti e di un quadro economico del settore pubblico non dei più rosei, consentono di guardare con fiducia e ottimismo al futuro. Abbiamo approvato nei mesi scorsi rigidi e severi regolamenti e linee guida che regolano il settore degli appalti e della sicurezza sul posto di lavoro, continuando ad investire risorse e mezzi per il bene della città e per la collettività. Dispiace che queste indagini feriscano l’immagine di una società sana, operativa, trasparente, efficiente e oggi anche con i conti in ordine. Una ferita per la nostra azienda e per la nostra città che ci auguriamo possa essere presto sanata e chiarita. I circa 600 dipendenti, che ringraziamo per il loro quotidiano impegno e che hanno il diritto di lavorare con serenità in una azienda al di sopra di ogni sospetto ed il proseguimento di politiche aziendali incentrate all’efficienza e alla massima trasparenza, assicureranno alla città di Verona il proseguimento dei livelli e degli standard operativi che fanno di Verona una delle città più pulite d’Italia”.
Infiltrazioni da ‘Ndrangheta, serve una “Commissione d’indagine”
La richiesta del consigliere Bertucco
“I tentativi di infiltrazione ‘ndraghetisti non sono di oggi, il sottoscritto li denuncia da anni, alla luce di quanto rivelano le inchieste della magistratura, quelle giornalistiche e le interdittive prefettizie”. Non usa mezzi termini Michele Bertucco. “In passato c’è stato chi, come Tosi, da Sindaco ha negato e minimizzato tali inequivocabili segnali (ricordiamo quando disse che il Pd doveva scegliere tra la “mia” macchina del fango e una opposizione costruttiva, benché avessero arrestato e condannato per concussione il suo vicesindaco). Ora c’è Sboarina che si dice in preda all’orrore al solo pensiero delle infiltrazioni. In entrambi i casi un atteggiamento sbagliato perché la ndrangheta c’è e va attivamente combattuta. Chiedo pertanto venga attivata la commissione comunale di indagine prevista dall’articolo 14 del regolamento del consiglio comunale. Senza inutili equivoci o infingimenti a cui abbiamo assistito in passato: lo scopo della commissione non è quello di sostituirsi agli organi inquirenti ma di impedire che le aziende comunali diventino luoghi di malaffare”.