Quando il sole della cultura è basso, diceva Karl Kraus, i nani hanno l’aspetto dei giganti. Di giganti, politici, in quest’epoca nemmeno l’ombra. In compenso di nani è pieno il regno. Il sole della cultura non è mai stato così basso. Non bastasse, c’è uno spesso strato di nuvole a offuscarlo. L’Italia, e in particolare Roma, piange la morte di Gigi Proietti la cui ultima mandrakata è stata uscire di scena nel giorno dell’ottantesimo compleanno. Di interpreti del suo calibro, nell’ex Belpaese, ne rimangono pochi. Molti epigoni, pochi illuminati interpreti. Verona di recente ha pianto Roberto Puliero. E lo piange ancora. Rimarrà il cantore delle nostre piazze. Dei siòri e dei pitòchi. Di Verona e del Verona. Doverose le celebrazioni che gli sono state riservate. Di retorica, una volta tanto, se n’è vista poca. La città si è davvero commossa. Se ne vanno grandi attori, registi, commediografi, le istituzioni gli rendono onore con cerimonie pubbliche e gli intitolano strade. Giusto. Poi però non sostengono abbastanza la cultura. Alcuni non lo fanno nemmeno un po’. Scoppia il Covid e i nostri rappresentanti locali, sostenuti dal popolo, si stracciano le vesti per la chiusura di bar e ristoranti (e ci mancherebbe!), dopodiché di fronte al virus si arrendono alla chiusura di teatri e cinema pur non essendosi infettato nessuno in quei luoghi. Non lo diciamo noi, ma i dati diffusi dalle autorità sanitarie. Viviamo di bollettini quotidiani e non un’anima che si sia preso la briga di mettersi veramente di traverso al cospetto dell’uccisione dello spettacolo. Ci si indigna per lo spritz negato e non per il sipario sbarrato. Non un politico che guidi una protesta pacifica. Non ci risulta di governatori o sindaci che abbiano combinato qualcosa in difesa dell’arte. Unica eccezione l’Arena, quest’estate, ma il morbo era pressoché stecchito e riaprire il teatro all’aperto più famoso al mondo era un atto dovuto, non una conquista leggendaria. Non facciamo distinguo: destra, sinistra, centro. Chi più chi meno l’atteggiamento è stato questo ovunque, da Nord a Sud: inerzia assoluta. I politici dibattono di cultura solo quando è il momento di andare a prendersi i voti. Bravissimi a parole. Totalmente assenti nei fatti.
A.G.