Aumentare la protezione della qualità delle acque dalla fonte al rubinetto, garantendo ancora maggiore sicurezza sulla qualità dell’acqua che arriva nelle nostre case. Salvaguardare la salute dei consumatori. Prevenire tempestivamente i possibili inquinanti, tra cui anche quelli emergenti. Intervenire prima che problemi o criticità si manifestino in rete. Realizzare investimenti nelle opere e nelle infrastrutture idriche per milioni di euro, centinaia di controlli l’anno sulle falde e nei laboratori. Questi, in sintesi, i punti chiave dei PSA (Piani di Sicurezza dell’Acqua), l’innovativo strumento voluto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e realizzato ora da Acque Veronesi nei Comuni di Villafranca, Povegliano e Mozzecane. In anticipo rispetto alle direttive europee che li renderanno obbligatori nel 2029, la società che gestisce il servizio idrico in quasi tutta la provincia scaligera, ha già dotato di questi sistemi di controllo i Comuni di Lonigo, Verona, Pescantina, San Giovanni Lupatoto e adesso anche i 3 Comuni del Villafranchese. Ieri sera la presentazione ufficiale alla cittadinanza all’Auditorium di Villafranca. Presenti i vertici di Acque Veronesi, il presidente Roberto Mantovanelli, il direttore Silvio Peroni, Massimo Carmagnani responsabile Qualità dell’acqua della società, i sindaci Roberto Dall’Oca (Villafranca), Mauro Martelli (Mozzecane), Maurizio Facincani (vicesindaco Povegliano) e la responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9 Elisa Finco.
I Piani di Sicurezza dell’Acqua sono uno strumento per prevenire i rischi di inquinamento e aumentare la garanzia della qualità dell’acqua nel sistema idropotabile, dal punto di prelievo sino alla distribuzione. Il recente aggiornamento normativo, introduce l’approccio alla sicurezza dell’acqua basato sulla valutazione del rischio, tenendo conto dei possibili eventi pericolosi di qualunque natura, compresi i cambiamenti climatici, e della necessità di concentrare tempo e risorse verso i rischi più significativi. Il decreto specifica le fasi di valutazione, gestione del rischio, comunicazione e azione, introduce limiti più restrittivi per alcuni contaminanti e aggiunge nuove sostanze nell’elenco dei parametri chimici da analizzare. Una “road map” costituita anche da continui sopralluoghi di impianti e reti acquedottistiche, raccolta di dati elaborati ed analizzati, valutazione di rischi e progettazione di piani di miglioramento per prevenirli. Un lavoro di squadra che tiene conto dei diversi approvvigionamenti da falda, anche alla luce dei diversi contesti territoriali della provincia. Una filiera che vede “in team” l’ente gestore Acque Veronesi, Arpav, Ulss, il Consiglio di Bacino e le singole amministrazioni interessate/coperte dai Piani. Inoltre, nelle prime fasi di stesura del PSA, nel team erano presenti anche tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità. L’area comprendente i Comuni Villafranca, Povegliano e Mozzecane è alimentata da un’unica falda acquifera, particolarmente ricca a livello quantitativo. Sono presenti 12 pozzi attivi che garantiscono il 100% di acqua di falda al territorio e alcuni impianti di potabilizzazione e disinfezione. Attualmente il 47% delle acque prelevate dalla falda non necessita di alcun tipo di trattamento di potabilizzazione o disinfezione a dimostrazione di ampie porzioni di territorio senza presenza di inquinanti. I 3 Comuni sono serviti da un unico acquedotto, la cui lunghezza si estende per 280 chilometri, servendo il 93% della popolazione residente, circa 47 mila cittadini, ed erogando mediamente oltre 4 milioni di metri cubi l’anno, con una dotazione idrica di 225 litri di acqua al giorno per abitante.
Mantovanelli ha ricordato che agli oltre 4 milioni di euro investiti vanno aggiunti altri 800 mila euro.