“Se l’intenzione era quella di stupire il Paese e il CIO con effetti speciali, potremmo dire che questo è l’unico obiettivo fin qui raggiunto. Le perquisizioni da parte della Guardia di finanza e le indagini in corso rappresentano la ciliegina sulla torta di una telenovela al cardiopalma. Visto il ruolo della Regione Veneto nella organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2026, ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale”. Così Consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda.
“A meno di due anni dall’inizio delle Olimpiadi invernali – continua- visti i ritardi clamorosi con tanto di ammissione che non tutte le opere previste verranno realizzate in tempo, considerata la sproporzione enorme tra i costi indicati nel dossier della candidatura e quelli attualmente previsti, preso atto del fatto che la magistratura ha ritenuto necessario indagare su alcuni comportamenti ritenuti delittuosi da parte di ex membri della Fondazione Milano Cortina e, non di meno, valutato l’impatto ambientale effettivo di questi Giochi annunciati come i più sostenibili della storia delle olimpiadi, ritengo sia opportuno che gli amministratori coinvolti nella gestione dell’evento riferiscano nelle sede istituzionali idonee. L’ammontare di fondi pubblici e privati previsti e le ripercussioni sulla rispettabilità internazionale del nostro Paese non ammettono atteggiamenti opachi da parte di nessuno. La trasparenza, data anche dal livello di accesso a informazioni che riguardano tutti i cittadini, deve essere un baluardo da rispettare da parte di chi agisce su delega della cittadinanza.
Cristina Guarda ricorda che Zaia nel 2017 inneggiava all’autonomia definendo i soldi di Roma come soldi dei Veneti, mentre ora per le Olimpiadi dichiara che i soldi rimpinguati dal “governo centrale” per il sostegno delle opere non sono dei veneti.