I Giochi invernali di Pechino sono i primi in cui la neve è solo artificiale. In due delle tre sedi olimpiche, Yanqing e Zhangjiakou, non nevica abbastanza (a Pechino si svolgono soltanto gli sport su ghiaccio e, quindi, il problema non si pone). Negli ultimi anni, le precipitazioni nevose sono state in media rispettivamente di 5 e 20 centimetri: pochi per le Olimpiadi. Per questo gli organizzatori hanno impiegato più di 100 generatori e 300 cannoni sparaneve per consentire lo svolgimento del programma. Un impiego enorme di energia e di acqua con possibili ricadute ambientali, nonostante le rassicurazioni del Comitato olimpico di Pechino. Ma cosa sono le Olimpiadi oltre all’evento sportivo? L’Olimpiade può essere un grande spunto alla crescita per vaste aree e se ben gestita, anche per l’intero Paese: dovrebbe costituire un servizio a favore del territorio e non un territorio al servizio dell’evento sportivo. Cortina, Milano e in parte anche Verona, saranno coinvolte nelle olimpiadi invernali del 2026. Saremo in grado di cogliere questa grande opportunità? Dal mio punto di vista l’opportunità fantastica delle Olimpiadi coinvolge gli aspetti legati alla qualità della vita, al benessere, all’alimentazione, all’ambiente, alla transizione ecologica e, ovviamente, in primis all’attività fisica. L’inattività fisica sta perdiventare una vera e propria sfida per il futuro. Pochi ne sono a conoscenza, ma attualmente costituisce il quarto più importante fattore di rischio di mortalità in Europa. Lo è per le malattie non trasmissibili, quali le patologie cardiovascolari, i tumori e il diabete. L’attività motoria, al contrario, apporta benefici significativi alla salute e contribuisce a prevenire le malattie non trasmissibili. Ad ogni età, i benefici dell’attività fisica superano i potenziali danni, ad esempio quelli legati ad incidenti. L’inattività causa il 6% di tutti i decessi, l’ipertensione sanguigna il 13%, il consumo di tabacco il 9% e l’iperglicemia il 6%. Inoltre, l’inattività fisica è in aumento in Europa ed in molti altri paesi del mondo rendendo più pesante il carico delle malattie non trasmissibili e ripercuotendosi negativamente sulla salute. Le politiche per aumentare il livello di attività fisica dovrebbero mirare, anche a Verona, a garantire che: – camminare, andare in bicicletta e altre forme di trasporto attivo siano accessibili e sicure per tutti; – sul posto di lavoro venga incoraggiata l’attività fisica; – le scuole abbiano spazi e strutture sicuri per permettere agli studenti di vivere in maniera più attiva; – un’educazione motoria di qualità aiuti i bambini a sviluppare modelli di comportamento che permettano loro di rimanere attivi in tutto il corso dell’esistenza; – impianti sportivi e ricreativi forniscano a tutti l’opportunità di praticare sport.